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A vent'anni dalla nascita, di AN resta solo la diaspora

Sono passati vent'anni dalla fondazione di Alleanza Nazionale. Ma ora della fiamma che ha riscaldato la destra sociale è rimasto ben poco

A vent'anni dalla nascita, di AN resta solo la diaspora

La fiamma si è spenta ormai da anni ma il ricordo è sempre vivo. Era il 27 gennaio 1995 quando, con il Congresso di Fiuggi, Gianfranco Fini sciolse l’Msi e diede vita ad Alleanza Nazionale. L’ex segretario, che dopo il flop di Futuro e Libertà per l’Italia è uscito dalla scena politica, in questi giorni dalle pagine del Corriere della Sera ha auspicato la rinascita del partito: “Coloro che hanno rappresentato An hanno il dovere di provarci, non per riportare indietro le lancette dell'orologio, ma per un rispetto verso una comunità umana e politica”.

Ora però tutti questi rappresentanti o sono morti (come Pinuccio Tatarella e Mirko Tremaglia) o nel corso degli anni hanno rotto con Fini e militano in altri partiti. È il caso degli ex fedelissimi Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Gianni Alemanno e Francesco Storace. Il primo non si è più mosso dall’orbita berlusconiana dal 2009 a oggi, militando prima nel Pdl e aderendo alla nuova Forza Italia, mentre La Russa e Alemanno si sono schierati con l’ex enfant prodige Giorgia Meloni che nel 2012 ha fondato Fratelli d’Italia. L’ex sindaco di Roma, travolto dallo scandalo di Mafia Capitale, ha ormai abbandonato la politica lasciando il campo a sua moglie, Isabella Rauti (figlia di Pino) che domani lancerà (o rilancerà) Prima l’Italia, il movimento che Alemanno aveva creato prima di aderire a Fratelli d’Italia. Nel partito della Meloni nella scorsa primavera è entrata anche Adriana Poli Bortone, ex ministro nel primo governo Berlusconi e storico sindaco di Lecce.

Tornando ad Alleanza Nazionale uno dei primi che la abbandonò, rompendo politicamente con Fini, fu Storace che nel 2008 fondò La Destra in dissenso con la decisione di sciogliere il partito per confluire dentro il Pdl e che ora guarda con attenzione alle mosse di Raffaele Fitto. A La Destra aderì anche Daniela Santanché che assunse per un breve periodo il ruolo di portavoce e poi se ne andò sbattendo la porta e dando vita all’Mpi, Movimento per l’Italia, prima di abbracciare definitivamente la causa berlusconiana dentro il Pdl e dentro Forza Italia. A dir la verità, però, già nel 2003 Alessandra Mussolini fu promotrice di una mini-scissione con la nascita di Alternativa Sociale, una federazione di partitini a destra di An che guidò fino al 2006. Due anni dopo entrò nel Pdl e poi in Forza Italia, nelle cui file milita dentro il Parlamento europeo. Eppure nel 1993 la nipote illustre di cotanto illustre nonno aveva iniziato la sua carriera politica nell’Msi come sfidante di Antonio Bassolino a Napoli.

Ma sono molti anche gli esponenti ex An che seguirono Fini nell’avventura di Fli e che ora sono ai margini della politica italiana. Si tratta di Adolfo Urso cui l’ex presidente della Camera nel 2011 ha lasciato la guida della Fondazione FareFuturo e di Andrea Ronchi che dal 2013 guida il suo movimento Insieme per l’Italia mentre l’avvocato Giulia Bongiorno sembra essersi avvicinata al partito di Corrado Passera, Italia Unica. Fabio Granata si è dato all’ambientalismo con il movimento GreenItalia e il suo ex “alter ego” Italo Bocchino è tornato al Secolo d’Italia come direttore editoriale. Di tutti gli altri esponenti ex aennini non si hanno notizie e di Alleanza nazionale resta solo la Fondazione che detiene beni per milioni di euro ed è a quel tesoretto che punta chi parla di ricomposizione della destra.

Per il resto la fiamma del 12-15% che ha riscaldato la destra sociale italiana cerca di sopravvivere dentro Fratelli d’Italia che col suo 3% rischia di essere schiacciato dalla Lega Nord di Matteo Salvini.

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