Mondo

La vera rivoluzione? Aver rimesso la Cina nella lista dei nemici

Da ABS-CBN News
Da ABS-CBN News

A chi guarda il dito e non la luna la revisione dell'atteggiamento nucleare (Nuclear Posture Review) annunciata dall'amministrazione Trump può sembrare sconcertante. In verità lo è ben poco. Le atomiche tattiche - progettate per provocare contaminazioni contenute rispetto all'ordigno da 17 chilotoni esploso su Hiroshima - esistono da mezzo secolo. Più importante è capire contro chi l'America voglia impiegarle. E qui si nasconde la vera rivoluzione avviata il 22 gennaio con la diffusione dell'estratto declassificato della «National Defence Strategy 2018» (Strategia di difesa nazionale 2018) elaborata dal segretario alla difesa James Mattis. Con quel documento l'America indica per la prima volta la Cina come suo principale nemico strategico a fianco della Russia. Non è una rivoluzione da poco.

Per otto anni un'America piegata alle politiche di globalizzazione di Obama ha volutamente ignorato la minaccia strategica cinese. Pur di convincere Pechino a scendere a patti sulle politiche ambientali, Obama ha chiuso gli occhi su tutto. Ha ignorato le devastanti pratiche commerciali cinesi. Non s'è preoccupato del raddoppio delle spese militari di Pechino balzate dai 110 miliardi di dollari del 2008 agli oltre 220 del 2016. Non ha ascoltato un presidente Xi Jinping abituato a ricordare che «la potenza militare si costruisce per combattere». Non ha impedito la creazione di quelle isole artificiali con cui la Cina amplia l'influenza nel Pacifico minacciando Taiwan e Giappone. Ha permesso ai cinesi di aggirare l'embargo tenendo in vita il regime di Pyongyang. Non ha mosso un dito per bloccare la razzia neo-colonialista con cui Pechino fa incetta di materie prime in Africa causando i movimenti migratori che minacciano Italia ed Europa. In pratica per otto anni la leadership obamiana ha scientemente ignorato le mosse di una Cina intenta a trasformarsi in una potenza militare e economica capace di contrapporsi agli Stati Uniti su scala planetaria.

Ora tutto questo è finito. La vera rivoluzione di Trump non è la riscoperta e il miglioramento delle armi nucleari tattiche, concepite come eventuali armi di teatro fin dalla Guerra Fredda, ma la possibilità di usarle come deterrente nell'ambito di uno scontro con la Cina. Uno scontro che il Pentagono considera più pericoloso, nel lungo periodo, di quello con la Russia di Vladimir Putin. «La modernizzazione militare della Cina punta a erodere i vantaggi garantiti dalla superiorità militare gli Stati Uniti. se guardo al 2025 e considero la demografia e la situazione economica - spiegava il capo di stato maggiore generale Joseph Dunford in una recente audizione al Senato - penso che da qui a quella data la Cina sarà la più grande minaccia per il nostro Paese». Insomma lo scontro è già iniziato e le armi nucleari tattiche potrebbero rappresentarne un ingrediente o un deterrente.

Ma la vera rivoluzione è aver finalmente capito dove stia il nemico.

Commenti