Guerra in Israele

Viaggio nella Brescia islamizzata. "Pericoloso manifestare per Israele"

Record di immigrati al 20%, guida dem e tre consiglieri musulmani. Il Comune ha detto no alla Stella di David. A Milano fascicolo sui cori

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Se a Milano si urlano in piazza cori antisemiti, a Brescia è pericoloso un sit-in con le bandiere di Israele. A questo siamo arrivati. A Milano la procura ha aperto un fascicolo per i cori antisemiti di sabato. Nella seconda città della Lombardia, La sinistra che ha in mano il Comune rifiuta di esporre la Stella di David, i capigruppo adottano un documento ostile alle ragioni dello Stato ebraico, mentre l'associazione Italia-Israele per ragioni di sicurezza deve rinunciare al suo sit-in. «Alla Digos sono stati molto super premurosi e gentili - racconta la presidente Laura Malchiodi - ma vista la concomitanza con una manifestazione a Ghedi (la protesta anti-Nato, ndr) non c'erano abbastanza uomini per seguirci. Purtroppo sembra diventato pericoloso anche organizzare un si-in, e se invitiamo dei relatori dobbiamo essere sicuri della loro incolumità. È avvilente».

Brescia nel 2023 prefigura il possibile destino delle città italiane. Orgoglio industriale del Paese, patria della cultura politica dc, oggi la Leonessa è il capoluogo della provincia record per numero di residenti stranieri (154mila). Nel 2021 in città se ne contavano 37mila, il 19% del totale. A maggio Laura Castelletti ha raccolto senza sorprese il testimone di Emilio Delbono del Pd. All'indomani dei massacri di Hamas, la sinistra ha detto no a una bandiera israeliana a Palazzo Loggia. «La mia posizione sull'attacco di Hamas a Israele è chiara» ha detto Castelletti. Talmente chiara che nel documento del 19 ottobre scompare ogni riferimento agli attacchi e si passa a una tirata sulla «distruzione dell'ospedale al-Alhi» con riferimenti a «crimini contro l'umanità», e «violazione del diritto internazionale». «Il caso della bandiera è triste - osserva Malchiodi - credo che un segno di solidarietà fosse dovuto». L'associazione ha definito «insopportabile» l'accaduto, anche perché l'Amministrazione è stata «tanto sollecita» a colorare di giallo la Loggia per Patrick Zaki.

Castelletti ha già avuto modo di rivelarsi del tutto indifferente alle istanze degli amici di Israele. Il 16 ottobre - raccontano - ha partecipato a una commemorazione dei rastrellamenti di Roma, mostrandosi irritata per il fatto che fosse stata estesa alle vittime del 7 ottobre. Prima ancora, il Consiglio non aveva adottato, se non stravolgendola, la definizione sull'antisemitismo dell'Ihra, discussa dopo due anni di inerzia per iniziativa del centrodestra. «L'amministrazione è scivolata molto a sinistra - spiega Fabio Rolfi della Lega - e la presenza migratoria è molto forte e mobilita. Tre consiglieri musulmani ne sono il frutto e condizionano politicamente le scelte». La sinistra si affida alle posizioni di Iyas Ashkar. Eletto con la lista Castelletti, Ashkar sui suoi «social» parla di un «genocidio», definisce Israele «Stato di terrore e di apartheid», dedito a «razzismo» e oppressione», e lo individua come «un problema per tutto il mondo». Il 7 ottobre, Ashkar ha condiviso un surreale video della comunista Luisa Morgantini che a poche ore dai massacri non ha trovato di meglio che urlare: «Ancora morte, dolore, distruzione in Palestina. Basta, basta, basta con l'impunità di Israele». Nel frattempo, non contento di aver proposto di «isolare e boicottare Israele», Ashkar ha proposto di boicottare anche un giornale locale.

Domenica un corteo «per la Palestina» è arrivato da San Faustino a piazza Vittoria. Erano oltre mille. I musulmani si contano a decine di migliaia nel Bresciano. In viale Corsica una vecchia cascina è stata trasformata in moschea. All'ingresso, una targa ricorda l'inaugurazione del parcheggio nel 2016 «nel nome di Allah» con lo sceicco Hamad Bin Jassim Al Thani. L'opera fu realizzata con 100mila euro arrivati della Qatar Charity. Lo scorso anno, per «Eid al-Fitr», in 10mila nella faraonica Fiera hanno accolto con tutti gli onori «lo sceicco Omar Abdelkafi», predicatore egiziano, noto per posizioni antisemitiche ed estremiste.

Nelle immagini lo si vede su un seggio, attorniato da una moltitudine di fedeli festanti.

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