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Le voci sulle dimissioni e l'assenza al vertice. Ma Di Maio blinda Tria

Tensioni al ministero dell'Economia: Tria sempre più isolato. Ma Di Maio allontana l'ipotesi delle dimissioni

Le voci sulle dimissioni e l'assenza al vertice. Ma Di Maio blinda Tria

"Smentisco qualsiasi voce che sta circolando...". Luigi Di Maio ci prova a tamponare i malumori. Mentre la movra economica si trova ancora in alto mare e il governo gialloverde fatica a trovare la quadra sulla legge di Bilancio osteggiata dai vertici di Bruxelles, si apre un nuovo caso che rischia di destabilizzare l'esecutivo. Come anticipato oggi dal Giornale, il ministro dell'Economia Giovanni Tria non può propriopiù di stare dietro i litigi delle maggioranza. Tanto che in Transatlantico ha iniziato a girare la voce che sia stato messo nell'angolo. Tanto che il vice premier grillino si è subito affrettato a smentire, in via preventiva, qualsiasi vice di dimissioni. "Tria sta facendo un grande lavoro - ha detto a Radio24 - quadra che vince non si cambia e Tria deve restare al ministero dell'Economia".

"Sono sottoposto a un agguato dietro l'altro", ha confidato Tria all'amico Renato Brunetta. Un sms che svela tutte le difficoltà di un governo incapace di fare la sintesi sulla manovra economica. "È come votare tre manovre diverse, scritte e cancellate di continuo per le liti tra le parti". In questo clima di tensioni è andata ad aggiungersi anche l'eslusione del titolare del dicastero di via XX Settembre dal vertice di ieri sera che avrebbe dovuto dirimere certe distanze che erano venute a crearsi nelle ultime ore sulla manovra economica. Come ricostruisce il Corriere della Sera, sebbene si trovasse da un paio d'ore a Palazzo Chigi per confrontarsi il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, e il capo del governo, Giuseppe Conte,Tria è poi sparito al momento del faccia a faccia con Matteo Salvini e Luigi Di Maio."Di lui non c'era bisogno", ha tagliato corto il presidente del Consiglio al termine dell'incontro."Smentisco qualsiasi voce che sta circolando sulla volontà di far dimettere il ministro Tria", ha rincarato la dose Di Maio ai microfoni di Radio24 spiegando che l'incontro di ieri era "un vertice politico sugli emendamenti" alla legge di Bilancio che, a suo dire, avrebbe permesso di trovare un accordo sul taglio delle pensioni d'oro e sui fondi all'editoria.

La trattativa con la Unione europea è portata avanti da Conte con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, mentre Tria sta trattando con il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e con il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. "Ho piena fiducia in tutti e due", ha ribadito oggi Di Maio sostenendo che sia il presidente del Consiglio sia il ministro dell'Economia starebbero facendo "un'eccellente opera di mediazione". Anche da Palazzo Chigi ci hanno tenuto a far sapere che "Tria sta svolgendo il suo lavoro con serietà ed impegno, in piena sintonia con l'azione dell'esecutivo. Tutto il resto - hanno rimarcato - sono fantasiose ricostruzioni destituite di ogni fondamento". Gli occhi sono, però, puntati proprio sull'incontro di martedì prossimo tra Conte e Juncker. All'interno della maggioranza non sarebbero pochi quelli che vorrebbero fare di Tria un capro espiatorio. "Per giocare a poker bisogna saper barare - fanno sapere al Corriere fonti vicine al dossier - ma lui evidentemente non lo sa fare. Finora ha fatto solo casino, cambiando versione mille volte e calando subito le braghe con Bruxelles". Nelle prossime ore, dunque, sapremo fino a che punto si spingerà il malcontento nei confronti di Tria.

Resta l'evidenza che il numero uno dell'Economia è più che mai isolato.

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