Politica

Voltafaccia di Conte sul Russiagate: "Chiarimento necessario"

"Ci sarebbero tutte le premesse per procedere a un chiarimento che ritengo anche io urgente e necessario" ha sottolineato il premier Conte in merito alla vicenda del Metropol di Mosca

Voltafaccia di Conte sul Russiagate: "Chiarimento necessario"

Da premier del governo "anti-establishment" ed euroscettico come quello "giallo-verde" a leader di un esecutivo ultra-europeista e pro-accoglienza come quello attuale: questo è, in sintesi, Giuseppe Conte, il professore grillino capace di adattarsi a ogni situazione, con buona pace della coerenza, valore che la politica dei nostri giorni sembra aver dimenticato. Basterebbe ascoltare i discorsi per la fiducia di Conte nel giugno 2018, dove parlava in maniera esplicita di "business dell'immigrazione" e quelli più recenti per la fiducia del governo Pd-Cinque stelle per farsi un'idea di come sono cambiate le posizioni del Presidente del Consiglio in pochissimi mesi. Sembra di avere a che fare con due persone diverse. Non sorprende, dunque, l'ennesimo voltafaccia di Conte sull'inchiesta dei presunti fondi russi alla Lega che coinvolge Gianluca Savoini, il presidente dell'associazione Lombardia-Russia, l'avvocato cosentino Gianluca Meranda e l'ex Monte dei Paschi Francesco Vannucci.

Il premier ora si vanta di essersi presentato in Parlamento e lancia l'ennesima stoccata all'ex alleato Matteo Salvini: "Se si assumono delle responsabilità istituzionali così elevate, come un ruolo nell'ambito di un governo, bisogna assicurare massima trasparenza nei confronti dei cittadini. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni si alimenta con la trasparenza e correttezza dei comportamenti. È per questo che io ho avvertito la necessità e l'urgenza, una volta sollecitato da forze che allora erano all'opposizione, di andare in Parlamento a chiarire tutte le informazioni che erano in mio possesso" ha sottolineato il presidente del Consiglio in un'intervista esclusiva a Sky TG24, a proposito dell'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega.

"Se altri l'hanno pensata diversamente mi è dispiaciuto, l'ho detto anche solennemente al Parlamento che secondo me non è quello l'atteggiamento che bisogna tenere". Si rischi, ha aggiunto il premier, "di alimentare polemiche, poi semmai non ci sono elementi, ma a maggior ragione bisogna chiarire in ogni caso passaggi che potrebbero lasciare adito a qualche speculazione. Stiamo parlando della responsabilità di ministri del governo e di un problema che, nel dibattito internazionale, ha assunto dei contorni un pò opachi". Non contento dell'ennesima giravolta, Conte affonda il colpo: "Ci sarebbero tutte le premesse per procedere a un chiarimento che ritengo anche io urgente e necessario" ha ribadito.

Chiarimento urgente e necessario? D'accordo l'opportunismo e i voltafaccia, ma perché Conte non ha chiesto e preteso tale chiarimento urgente e necessario a Matteo Salvini quando era suo alleato di governo? Sarà mica il solito giustizialismo ad orologeria? E se davvero riteneva il Russiagate all'amatriciana una faccenda così eticamente rilevante perché non si è dimesso all'epoca e ha aspettato che fosse Salvini a staccare la spina? Peraltro, è bene ricordare che c'è un'inchiesta in corso, i fondi russi pare non ci sono e il leader leghista non è nemmeno indagato. Per ora, dunque, c'è molto fumo e poco arrosto, di cosa dovrebbe parlare Matteo Salvini se non attendere la conclusione delle indagini?

Inoltre, fu proprio il premier dell'allora governo "giallo-verde" in riferimento alla vicenda del Metropol di Mosca che al Senato osservò come "allo stato attuale non ci sono elementi che possono incrinare la fiducia che nutro nei componenti del governo". È certamente cambiato lo scenario politico da allora, ma l'inchiesta che coinvolge Gianluca Savoini non ha prodotto alcuna significativo passo in avanti che possa aver fatto cambiare idea al "camaleonte" Giuseppe Conte che ora suona la campana giustizialista contro l'ex alleato. Anziché pensare continuamente a Matteo Salvini, il premier Conte potrebbe ora pretendere un chiarimento "urgente e necessario" ai suoi nuovi alleati in merito all'inchiesta che coinvolge Alberto Bianchi, il presidente della Fondazione Open che faceva capo a Matteo Renzi, già indagato dalla procura di Firenze per traffico d'influenze illecite..

.

Commenti