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"Calenda vota sì". Cosa è successo al Senato con la fiducia al governo

A seguito di un malinteso, un sì pronunciato del senatore viene scambiato per un voto a favore della Meloni. Lui si accorge dell'equivoco e in extremis evita l'incidente politico

"Calenda vota sì". Cosa è successo al Senato con la fiducia al governo

Sì. Anzi, no. Un fraitendimento rischiava di mandare a monte mesi di campagna elettorale, settimane trascorse a contestare il progetto politico di Giorgia Meloni. Per un soffio, Carlo Calenda ha rischiato di votare a favore del nuovo governo, ovvero in senso contrario rispetto all'orientamento del proprio partito. Una scena da paradossale, destinata a entrare negli annali delle peripezie avvenute in Aula. A incappare nell'incidente politico (poi sventato in extremis) è stato lo stesso leader di Azione, proprio nel momento di esprimere il proprio parere sull'esecutivo.

Passando sotto lo scranno della presidenza, proprio come gli altri colleghi senatori, Calenda aveva risposto in modo affermativo quando aveva sentito pronunciare il proprio nome. Da lì, l'equivoco. Una delle assisenti incaricate di seguire le operazioni di voto, aveva infatti capito che l'ex ministro intendesse votare a favore del governo e lo aveva riferito affinché ciò venisse messo agli atti. "Calenda sì", aveva scandito. Accortosi del malinteso, a quel punto era stato lo stesso esponente del terzo polo a precisare il proprio reale orientamento: "No il mio è un no!". Il voto era stato quindi corretto all'istante. E giù risate da parte dei parlamentari che lì accanto avevano assistito alla scena.

"Comunque sfiorato incidente in Senato. Mi chiamano per passare nel corridoio di voto: 'Calenda'. Io rispondo 'si' (che per me voleva dire si ci sono) al commesso che replica 'Calenda vota sì' alla fiducia...", ha raccontato sui social lo stesso ex ministro, svelando quel siparietto che avrebbe rischiato di trasformarlo in un franco tiratore a propria insaputa. Peraltro, anche a margine del voto, il leader di Azione avrebbe ribadito le proprie critiche al nuovo premier, definendo il suo discorso "lacunoso".

La svista del senatore era comunque già diventata virale e in grado di suscitare ironie rispetto a quel primo e involontario cambiamento d'opinione tra le fila dell'opposizione.

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