Politica

La Zanzara condannata per la telefonata del "finto Vendola"

Un imitatore chiamo l'ex ministro. Convinto di parlare con il leader di Sel rivelò pressione di De Benedetti sulla sua candidatura

Giuseppe Cruciani al Festival del giornalismo
Giuseppe Cruciani al Festival del giornalismo

È arrivata oggi la condanna per La Zanzara, il programma radiofonico di Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Il Tribunale civile di Milano ha emesso la sentenza che riguarda il caso della telefonata che un finto Nichi Vendola fece a Fabrizio Barca, ex ministro del governo guidato da Mario Monti.

Un imitatore chiamò l'uomo del Partito democratico. Una telefonata che fu poi mandata in onda su Radio24, durante la quale Barca si lasciava andare a commenti su Carlo De Benedetti, sostenendo che c'erano le pressione del numero uno di Repubblica dietro alla sua candidatura a ministro dell'Economia.

Nella telefonata Barca non nominava mai De Benedetti, parlando però del "capo di Repubblica" e lasciando intendere che lui, il posto al ministero, comunque intendeva rifiutarlo. "Io non ci penso proprio, tanto per essere chiaro. Ma proprio proprio...".

Il tribunale di Milano ha detto che "i giornalisti, tramite l'imitatore telefonico, non si sono limitati a celare la propria identità, ma si sono attribuiti - artificio vietato dalle norme - identità di una determinata persona" allo scopo "di ottenere informazioni riservate".

Nella sentenza si mette in chiaro che "l'interesse pubblico alla conoscenza di fatti di rilievo collettivo va tutelato e perseguito", ma che non può prescindere dal "rispetto del trattamento dei dati personali e non può rappresentare un'esigenza superiore in nome della quale acquisire e trattare dati personali in spregio delle regole".

Commenti