Previdenza e pensioni

Anticipo della pensione, non bastano più i 63 anni di età: le novità 2024

Una circolare dell’Inps ha chiarito modalità e condizioni per poter accedere al beneficio dell’Anticipo della Pensione, con quelle restrizioni che erano state disposte dall’ultima Legge di Bilancio

Anticipo della pensione, non bastano più i 63 anni di età: le novità 2024

Ascolta ora: "Ape sociale, le novità 2024: non bastano più 63 anni di età"

Ape sociale, le novità 2024: non bastano più 63 anni di età

00:00 / 00:00
100 %

Maglie un po’ più strette per l’Ape sociale, cioè per l’Anticipo della Pensione (l’acronimo Ape nasce da qui) per motivi sociali, cioè non legato alle quote e al genere. Questa settimana una circolare dell’Inps (la numero 35 del 2024) ha chiarito modalità e condizioni per poter accedere al beneficio, con quelle restrizioni che erano state disposte dall’ultima Legge di Bilancio. Il requisito anagrafico richiesto non sono più 63 anni di età, ma il compimento di 63 anni e 5 mesi.

L’Ape sociale permette di ottenere un anticipo del proprio assegno previdenziale grazie a un provvedimento ponte che consiste in un assegno mensile (senza tredicesima) fino a 1500 euro mensili, che viene erogato a seguito della presentazione della domanda. Il beneficio viene corrisposto fino a quando si matura il diritto alla pensione di vecchiaia.

Le categorie ammesse


Possono accedere all’Ape sociale le categorie di lavoratori più svantaggiati, tra i quali rientrano:

- disoccupati (a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante e in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 30 anni;

- addetti a mansioni usuranti (cioè lavoratori dipendenti, che al momento della decorrenza dell'indennità, siano in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette, una o più delle professioni definite “gravose” dall’allegato 3 della legge 234/2021: l’elenco è nutrito, va dagli insegnanti alle professioni socio-sanitarie, dagli operai di altoforni e simili, fino ai conduttori di mulini e impastatrici)

- disabili (con invalidità civile riconosciuta almeno al 74%) con anzianità contributiva di 30 anni;

- caregivers (cioè coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti) che siano in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 30 anni. Ai fini del riconoscimento dell'indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.



Età anagrafica e cumulo

La novità più importante per l’Ape sociale 2024 riguarda il requisito anagrafico: l’Inps ha chiarito che il requisito anagrafico minimo, pari a 63 anni e cinque mesi, richiesto nel 2024 “è necessario anche per quelle persone che magari hanno perfezionato i requisiti in passato (quando erano sufficienti 63 anni), ma non hanno presentato domanda di verifica degli stessi e per chi è decaduto dall’indennità, ad esempio per superamento dei limiti di reddito compatibile”.

Inoltre “a chi otterrà la certificazione dei requisiti nel 2024 si applicherà il divieto assoluto di svolgere attività di lavoro dipendente o autonomo oppure attività autonoma occasionale con relativo reddito, solo in quest’ultimo caso, superiore a 5mila euro annui”. Cambia, quindi, il regime di cumulabilità con altri redditi che, fino all’anno scorso consentiva ai percettori di Ape sociale di poter avere anche “redditi da lavoro dipendente o parasubordinato fino a 8mila euro annui” oppure “redditi di lavoro autonomo fino a 4.800 euro annui”. In buona sostanza le modifiche rispetto al 2023 riguardano, in particolare:


- la proroga al 31 dicembre 2024, in presenza del requisito anagrafico di 63 anni e 5 mesi: le nuove disposizioni si applicano anche a coloro che, avendo maturato i requisiti per l’accesso al beneficio negli anni precedenti, non hanno presentato domanda di verifica, e ai soggetti decaduti dal beneficio che ripresentano domanda nel 2024;

- il regime di incumulabilità con i redditi di lavoro: il titolare di Ape sociale, il cui accesso al beneficio viene certificato nel 2024, decade dall’indennità qualora svolga attività di lavoro dipendente o autonomo, o svolga lavoro autonomo occasionale con reddito superiore a 5.000 euro lordi annui. Le nuove disposizioni non si applicano a coloro che hanno ricevuto la certificazione per l’accesso al beneficio in anni precedenti;

- i termini per il monitoraggio: la circolare illustra i termini per la presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso all’Ape sociale;

- il finanziamento della misura è stato incrementato a partire dal 2024 fino al 2028.

Commenti