Politica

«Un rapporto spezzato dalla mancanza di amore»

Claudio Risè: «Solitudine e incapacità di manifestare affetto le hanno rese nemiche»

Elena Jemmallo

«Un rapporto madre e figlia si rompe se non c’è dimostrazione d’affetto». Claudio Risè, professore di Sociologia dei processi culturali e di comunicazione dell'Università di Scienze di Varese, e psicoterapeuta attivo nel campo della psicologia analitica, spiega così il deterioramento di quello che, di solito, è una relazione naturalmente forte».
Professor Risè, è possibile che tra mamma e figlia si instauri un rapporto di odio?
«Premesso: non si può generalizzare. La vicenda della ragazza sedicenne di Verbania accusata di concorso in omicidio è un caso drammatico e fortunatamente raro. È, anche agli occhi di uno psicoterapeuta, un evento straordinario. E lo dimostra anche il fatto che di solito il rapporto madre-figlia è molto forte e molto difficile da rompere. Non a caso sono diverse le donne che vivono con sofferenza il distacco in occasione del matrimonio o, comunque, il momento dell’allontanamento con la famiglia. Tornando a Verbania, credo che in questo caso sia intervenuto qualcosa a livello di personalità ed educazione, che ha fatto in modo che si deteriorasse il tipo di relazione che c’era tra le due».
Cosa, ad esempio?
«Ogni caso è a sé, è molto difficile fare ipotesi soprattutto se, come in questa vicenda, non si conoscono i dettagli».
Si sa, però, che i tre figli nelle liti tra genitori prendevano sempre le difese del padre...
«Quello che posso dire è che la chiave dei rapporti familiari è l’amore. E quindi, i rapporti si deteriorano quando non c’è più amore tra figli e genitori. Non sappiamo cosa, ma qualcosa è successo tra la madre e la ragazza. Si saranno sentite due persone sole, che non si parlano più, che non manifestano l’una all’altra il proprio affetto. Fino ad assere nemiche».
La mancanza di comunicazione è un campanello d’allarme?
«Intendiamoci: la mancanza di comunicazione totale. Voglio dire, il silenzio affettivo è certamente il segno dell’indebolimento di un rapporto. Ossia quando a mancare non è più solo un dialogo verbale, che si esaurisce, ma soprattutto non ci sono più tutte quelle dimostrazioni d’affetto che appartengono alla sfera del non-verbale.

In pratica, ciò che normalmente accade (o dovrebbe accadere) tra genitori e figli».

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