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Regionali, Galan non cede il Veneto alla Lega

Scotta sempre di più la poltrona di governatore del Veneto. Dopo il faccia a faccia di ieri tra Berlusconi e Fini, le indiscrezioni indicano un candidato leghista: in pole position il ministro Zaia. Ma il governatore veneto non ci sta: "Spiegazioni convincenti o mi candido lo stesso"

Regionali, Galan non cede il Veneto alla Lega

Venezia - Scotta sempre di più la poltrona di Giancarlo Galan. Considerato fino a pochi giorni fa confermato alla presidenza del Veneto, da ieri sera lo scenario sembra cambiato. Dopo il faccia a faccia di ieri mattina tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini a Montecitorio, le indiscrezioni indicano con insistenza un candidato leghista alla guida della presidenza veneta: in pole position restano i nomi di Luca Zaia, ministro dell’Agricoltura, e di Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona. Ma il governatore veneto non ci sta: "Voglio spiegazioni convincenti oppure mi candido lo stesso".

Galan pronto a difendere la poltrona "Si spieghino le ragioni di un cambio politico alla guida della Regione Veneto o la mia decisione è quella di presentarmi quale candidato Presidente alle prossime elezioni regionali in Veneto". All'indomani dall'incontro a Montecitorio, Galan affila le armi in difesa della presidenza veneta. In verità, da diverse settimane, Galan ripete di essere anche disposto a comprendere le ragioni di un cambio politico alla guida della Regione del Veneto, ma si aspetta di conoscere "il perché di una scelta che altrimenti risulterebbe del tutto immotivata". "Ho detto e ripetuto più volte -  spiega l'attuale presidente della Regione - che le forze politiche che hanno guidato il Veneto durante gli ultimi 14 anni hanno ben governato, realizzando primati che in altre regioni del Nord Italia non si sono ottenuti". Secondo Galan, infatti, "sulla base di ciò che è stato fatto appaiono più che evidenti le linee programmatiche di un’iniziativa di governo del Veneto che l’insieme delle energie economiche, sociali e culturali si augurano di vedere attuate". Pertanto, se non ci sarà "una risposta, più che motivata e convincente, sia in termini politici che programmatici sulla necessità di modificare la guida della Regione del Veneto", la decisione di Galan è "quella di presentarmi quale candidato presidente alle prossime elezioni regionali".

Il possibile sostegno dell'Udc Visto lo spiraglio l'Udc si infila subito dentro. Tanto che il segretario centrista, Lorenzo Cesa, si fa avanti proponendo un sostegno all'attuale governatore veneto. Se verrà confermata la bocciatura di Galan da parte del Pdl e la svendita del Veneto alla Lega, infatti, l'esponente dell'Udc proporrà alla direzione nazionale del partito e ai dirigenti locali di "rinunciare allo storico simbolo del partito per lavorare a una lista locale a sostegno di Galan". Insomma una lista, a detta di Cesa, "aperta a tutti coloro che non vogliono diventare leghisti".

Il ministro Zaia in pole position Se il candidato del Carroccio dovesse essere Luca Zaia, attualmente ministro dell’Agricoltura, Galan potrebbe prendere il suo posto all'interno dell'esecutivo. Di questa soluzione si sarebbe parlato ieri nel faccia a faccia tra il premier e il governatore in carica, a Palazzo Grazioli un’ora prima della cena tra Berlusconi e i leghisti. Resistenze però sembrano arrivare dalla "base" veneta del Pdl: nel partito c’è ancora chi ricorda che alle Europee la "conta" tra il partito del premier e il Carroccio fu vinta proprio dal Pdl. "Troppe parole in libertà, e troppe sciocchezze, si leggono e si sentono in relazione alle candidature e alle alleanze per le prossime elezioni regionali - ha commentato Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie della Lega - con tredici regioni al voto queste elezioni hanno una rilevanza nazionale, pertanto a decidere sulla materia saranno i tre leader della coalizione: Berlusconi, Bossi e Fini.

Soltanto loro sono titolati a decidere e darne la relativa comunicazione".

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