Riaprono gli oratori milanesi In festa 500mila ragazzi

Più di un bambino su due tra i sei e i dodici anni frequenta l’oratorio. Sono dati forti, importanti, uno dei grandi patrimoni della Chiesa ambrosiana, che ne fa risalire la tradizione a san Carlo Borromeo. E oggi i milleduecento oratori della diocesi sono in festa per la riapertura dell’anno di attività, che coinvolge cinquecentomila ragazzi, e cinquantamila educatori.
«L’inizio del mio ministero pastorale a Milano coincide con l’apertura degli oratori» sottolinea soddisfatto l’arcivescovo Angelo Scola nel suo messaggio per la festa. Racconta di averli “esportati” in giro per l’Italia, da Grosseto a Venezia: «Ho voluto riproporre la ricca e antica tradizione ambrosiana degli oratori come strumento privilegiato per favorire la vita comunitaria delle parrocchie e delle aggregazioni dei fedeli».
La Festa degli Oratori 2011 cade il due ottobre, giorno in cui la Chiesa celebra gli Angeli custodi, gli esseri spirituali invisibili che i bambini (e anche molti adulti) salutano prima di addormentarsi. Una devozione particolarmente cara ai piccoli che frequentano gli oratori. Quest’anno anche loro si concentreranno sul tema dell’Incontro mondiale delle famiglie in programma tra il 30 maggio e il 3 giugno 2012, che prevede come momento centrale la visita di Papa Benedetto XVI a Milano. «La famiglia: il lavoro e la festa» sarà anche il cardine dell’attività degli oratori.
E questo è un po’ il segno dei tempi, perché adesso ad arrivare in oratorio non sono solo i ragazzi, ma anche molti adulti, mamme e anche nonni che si ritrovano al bar della parrocchia. Spiega don Samuele Marelli, direttore della Federazione oratori milanesi: «L’oratorio è sempre più un luogo per le famiglie. Non solo per i bambini ma per tutta la famiglia. I genitori accompagnano i figli e poi si fermano lì, stanno insieme tra di loro, chiacchierano. È un crocevia di relazioni».
Milleduecento oratori, cinquecentomila ragazzi, cinquantamila educatori. Sono i numeri forniti dalla Diocesi per raccontare queste strutture, che spesso offrono anche doposcuola, teatro, campi sportivi, sale ricreative. Ci sono più oratori che parrocchie, spiegano dalla Curia, perché «in alcuni casi nel territorio della stessa parrocchia collaborano anche più oratori, in alcuni casi distinti in “maschile e femminile” o differenziati per età degli utenti». Così, «oltre 500mila ragazzi, adolescenti e giovani, trovano nell’oratorio un punto di riferimento» e altrettanti sono i genitori che «chiedono il sostegno e la cura dell’oratorio per l’educazione alla fede e l'impegno nel tempo libero dei loro figli».
Scola, appena entrato in diocesi, ha dedicato la prima chiacchierata proprio ai giovani chierichetti di Malgrate, invitandoli a seguire la chiamata di Dio se ne sentono la voce nel cuore.

E ieri mattina, nel corso delle ordinazioni diaconali in Duomo, che per molti sono la prima tappa verso il sacerdozio, ha parlato del celibato: «Rivivere la forma di vita di Gesù, la grazia del celibato, assunta liberamente e responsabilmente custodita e fatta crescere, costituisce per coloro che sono chiamati e che liberamente e definitivamente vi aderiscono, la modalità concreta per compiere un'esperienza integrale di vero amore. Senza mutilazione di sorta».

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