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Il riso cambogiano a dazio zero mette in ginocchio il made in Italy

Mondine in rivolta. La protesta nazionale: piazza Castello a Torino diventerà una risaia

Il riso cambogiano a dazio zero mette in ginocchio il made in Italy

Il riso italiano rischia di scomparire a favore di quello cambogiano. Grazie alle importazioni agevolate a dazio zero, il paese asiatico nel primo trimestre del 2014 ha fatto segnare un aumento record del 360%. I dati allarmanti sono contenuti in un dossier elaborato da Coldiretti e diffuso oggi in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori con le mondine e loro famiglie che scenderanno dalle campagne per organizzare manifestazioni in tutta Italia. A Milano sarà occupata via Gioia e una delegazione incontrerà il presidente della regione Maroni mentre a Torino, con lo slogan «restituiamo il riso al Piemonte», i coltivatori occuperanno per l'intera giornata Piazza Castello, proprio di fronte alla sede della Regione che per l'occasione sarà trasformata in risaia e dove si potrà degustare l'autentico riso piemontese. «Il lavoro delle oltre 2.500 imprese per un totale di 8.000 addetti, non può essere messo a rischio a causa delle indiscriminate importazioni dall'estero», attacca la Coldiretti piemontese.
L'Italia è il primo produttore europeo di riso che garantisce notevoli opportunità di lavoro in tutta la filiera che interessa in totale circa 10mila famiglie.

Una realtà in cui è fondamentale la qualità del prodotto made in Italy che, secondo Coldiretti, dovrebbe essere difesa anche con l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima e tramite provvedimento ad hoc contro le importazioni incontrollate, grazie anche all'istituzione di una unica borsa merci e la rivisitazione dell'attività di promozione dell'Ente Nazionale Risi. MBas

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