Cronaca locale

Migranti accampati sui ruderi: il parco ai piedi del Colosseo è diventato una favela

Nel parco del Colle Oppio decine di migranti continuano a vivere accampati all'interno degli scavi archeologici della Domus Aurea. E il parco con vista sul Colosseo si è trasformato in una maxi favela

Migranti accampati sui ruderi: il parco ai piedi del Colosseo è diventato una favela

Quattro mesi fa avevamo denunciato come decine di senza fissa dimora si fossero stabiliti all’interno degli sfiatatoi della Domus Aurea. Siamo a Roma, nel parco del Colle Oppio, alle pendici di uno dei monumenti più visitati al mondo: il Colosseo. Eppure questi giardini frequentati ogni giorno da migliaia di turisti si sono trasformati in una maxi favela dove è diventato addirittura pericoloso avventurarsi.

Con l’inizio dei lavori di rifacimento del parco, all’interno del cantiere che sovrasta i resti della villa di Nerone, si sono stabilite decine di migranti: africani, afghani, pakistani, bengalesi, che da mesi pernottano all’ombra dei resti archeologici, davanti agli sguardi attoniti dei visitatori. L’attività principale degli inquilini è lo spaccio, e non mancano neppure furti e liti, come ci avevano raccontato alcuni di loro lo scorso settembre. Tanto che un migrante pakistano, brandendo un grosso cacciavite, si era detto pronto persino ad "ammazzare" qualcuno nel caso in cui fosse stato derubato di nuovo.

Una vera e propria bomba ad orologeria che nessuno si è preoccupato di disinnescare. E così lo scorso dicembre a ridosso del cantiere c’è stata persino un’aggressione. La vittima, Nathalie Naim, consigliera del I Municipio, è stata inseguita da uno straniero armato con un bastone. La sua colpa? Essersi "avventurata" nel giardino in pieno giorno per effettuare un sopralluogo. Nonostante questo episodio, gli accampamenti sono ancora lì. Anzi, sono pure aumentati.

Sacchi a pelo e cartoni lambiscono la fontana monumentale del Ninfeo. È mezzogiorno e ci sono almeno due persone stordite dall’alcol che dormono a ridosso delle grandi vasche ormai vuote. "Siamo di fronte ad un monumento restaurato soltanto poco tempo fa con i fondi stanziati per il Giubileo e guardate com’è ridotto", denuncia la Naim. Al posto dell’acqua ci sono spazzatura e cocci di bottiglia. "Questo posto è classificato come museo vivente dalla Carta dei giardini storici di Firenze – ricorda la consigliera – oltre ad ospitare al suo interno resti storici di valore inestimabile come la Domus Aurea e le Terme di Traiano".

Ora assomiglia più ad un immondezzaio. Ovunque spiccano giacigli e panni stesi. Ogni anfratto è buono per rifugiarsi, mentre le mura vecchie di millenni sono ridotte ormai ad orinatoi. "Fanno i loro bisogni ovunque, ci sono delle porzioni di giardino trasformate in letamaio", denuncia una residente. Anche l’area giochi inaugurata neppure dieci anni fa è abbandonata al degrado ed è diventata un bivacco per sbandati. "I bambini vanno guardati a vista, spesso troviamo siringhe, bottiglie di vetro e anche escrementi umani", denuncia Frank Cappiello del Comitato Rione Esquilino. Sotto allo scivolo c’è un cartone lasciato da qualcuno che qui ha passato la notte. Accanto ai bimbi che giocano, un gruppo di musulmani prega rivolto verso la Mecca. A pochi metri di distanza, invece, qualcun altro accende un fuoco proprio nell’area archeologica della Domus Aurea.

"È una situazione che mette a rischio mamme, bambini ma anche le migliaia di turisti che ogni giorno lo attraversano per raggiungere il Colosseo", commenta Cappiello. "Sono anni che denunciamo tutto questo e il racket che c'è dietro", attacca Stefano Tozzi, consigliere del I municipio di Fratelli d’Italia. Per aggiudicarsi un posto letto tra i resti archeologici, stando a quello che ci rivela l’esponente di centrodestra, c’è chi paga persino 5 euro. Un business gestito dagli stessi abusivi.

"L’amministrazione – aggiunge – ha speso in tutto 850 mila euro per riqualificare il parco, ma non è cambiato nulla. Interventi del genere non servono a granché se non sono accompagnati da una progettualità che vada oltre".

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: "Venire qui sta diventando sempre più rischioso".

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