Cronaca locale

Roma, straniero pesta 6 agenti in carcere

Il detenuto, protagonista di una rissa poco prima, rifiutava di recarsi in infermeria per ricevere le cure del caso. Prima la brutale aggressione contro un ispettore, che subisce delle fratture al volto, poi calci e morsi contro gli agenti intervenuti per fermarlo

Roma, straniero pesta 6 agenti in carcere

Nuova aggressione all’interno di un carcere, per la precisione quello di Regina Coeli a Roma.

L’episodio, verificatosi nella serata di ieri all’interno del reparto di psichiatria, è venuto alla luce grazie alla denuncia del sindacato di polizia penitenziaria Osapp.

Sono all’incirca le 21, quando un africano di 25 anni, protagonista di una violenta rissa in cella, iniziava a dare in escandescenze rifiutando di farsi medicare presso l’infermeria della casa circondariale.

Gli agenti di polizia di servizio hanno tentato in ogni modo di persuaderlo ad accettare le cure, ma per tutta replica sono stati aggrediti con veemenza. Il primo ad essere colpito, con forti pugni al volto, un ispettore, su cui poi il detenuto ha continuato ad accanirsi prima di attaccare anche gli agenti intervenuti in suo soccorso. Le guardie, prese a calci ed a morsi dal facinoroso africano, sono riuscite con fatica a trascinarlo fino al reparto di isolamento. Una volta lì, tuttavia, il prigioniero, per nulla intenzionato a collaborare, ha aggredito altri uomini che facevano parte del personale in servizio.

Un bilancio complessivo di 6 agenti feriti durante le violenze e costretti a raggiungere l’ospedale per ricevere le cure del caso; più grave l’ispettore, che ha riportato diverse fratture al volto.

Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp commenta quanto avvenuto con grande amarezza, come riportato da “RomaToday”. “Il grave errore compiuto dalla politica negli anni scorsi è stato attribuire a poche e inesistenti REMS sul territorio, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, l'onere di allocare detenuti affetti da infermità psichiatrica con il risultato di riversarne migliaia nelle carceri ordinarie. Il conseguente pericolo per l’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari fa il paio con l'incompetenza e il pressappochismo dell'attuale politica, che non sa neanche lontanamente come affrontare la continua emergenza carceraria e non dota gli agenti di strumenti di prevenzione e di difesa”.

Beneduci affonda il colpo contro le istituzioni. “Solo la fortuna e soprattutto l'alta professionalità dei poliziotti penitenziari, a cui non viene neanche garantita l'uniforme ordinaria di servizio, ha impedito fino ad oggi che le lesioni gravi ed invalidanti subite dagli addetti del corpo potessero trasformarsi in ancora più infausti eventi. Inaccettabile che l'attuale Guardasigilli e il nuovo capo del D.a.p. Basentini possano continuare a confidare nella buona sorte, tenuto conto del disastro che quotidianamente si registra nelle carceri italiane. Centinaia di donne e uomini in uniforme, per servire le istituzioni, devono recarsi presso gli ospedali per curare le ferite riportate in servizio. Solo perché chi li gestisce e ne ha la responsabilità non è in grado di adottare misure idonee a tutelarne l'incolumità fisica.

Per tali motivi chiediamo iniziative concrete”.

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