Politica

Ruby, parla la Zardo "Mi rigettano nel fango ma io fermo la macchina"

Nel ’96 Raffaella Zardo fu coinvolta in Vallettopoli e poi prosciolta. Oggi rivive l’incubo con l’inchiesta sul caso Ruby

Roma - Ecco di nuovo il suo nome sui giornali. In compagnia di veline ed escort di lusso, sempre per inchieste a dir poco piccanti. E questa volta particolarmente illustri, visto che c’è di mezzo anche l’ormai famosa Ruby e che il primo accusato è il premier Silvio Berlusconi.

Raffaella Zardo legge e stupisce, s’infuria, nega tutto e annuncia azioni legali. «É tutto falso, dalla A alla Zeta». Le è bastato trovarsi al centro del primo scandalo «Vallettopoli», nel ’96, quello dei provini a luci rosse, che travolse Gigi Sabani e Valerio Merola. Da accusatrice divenne accusata, di induzione alla prostituzione. Finì agli arresti domiciliari e solo 2 anni dopo venne prosciolta. Ora che è tornata alla televisione, prima come meteorina di Emilio Fede e poi alla conduzione di «Sipario», il rotocalco rosa del Tg4, sembra che il passato ritorni.

Scrivono che secondo un’informativa della polizia di Milano del luglio 2010 cinque escort, tra cui Karima El Marough, facevano capo a lei per la loro «attività di meretricio sessuale» in grandi hotel milanesi. Che cosa c’è di vero?
«Assolutamente niente. Sono sconvolta da quello che ho letto su di me: io non ho mai fatto cose del genere. E poi, non conosco nessuna delle persone citate negli articoli».

Almeno una e proprio Ruby la conosce, visto che è stata lei a presentare il concorso in Sicilia «Una ragazza per il cinema» del 2009, in cui la giovane marocchina si sarebbe fatta notare da Emilio Fede, che presiedeva la giuria.
«Conoscere è una parola grossa. Sfilavano 120 ragazze quella volta e mica le ho conosciute. Le ho incontrate, diciamo così».

A gennaio, in un’intervista televisiva lei ha negato di ricordarsi di Karima.
«E infatti non la ricordavo proprio. Poi, mi hanno fatto vedere una mia foto con lei e ho ricostruito che era una delle concorrenti. In tante, dopo la manifestazione, mi hanno chiesto di fare una foto insieme e ho detto di sì. Ma tutto è finito là».

Insomma, dopo quel concorso, lei non ha più avuto occasione di incontrare altre volte la ragazza marocchina o di sapere se erano nati dei rapporti di qualche genere con Fede o Berlusconi?
«Assolutamente no. Non ne ho mai sentito neppure parlare di questa Ruby. Per questo proprio non capisco come si faccia a scrivere ora cose così false».

Anche il nome che viene fatto di uno dei presunti clienti di queste escort, Giovanni Calabrò, non le dice niente?
«Niente. Tanto che leggendo quegli articoli all’inizio ho pensato che ci fosse uno sbaglio, uno scambio di persona».

E ora, invece?
«Adesso non so. Mi viene anche il sospetto che qualcuno voglia farmi del male. Spero che si faccia chiarezza al più presto. E ho dato mandato al mio avvocati di prendere le iniziative legali necessarie per dimostrare la mia completa estraneità a questa storia».

Prima di ora non è mai stata informata di essere al centro di un’indagine, di avere l’attenzione della questura di Milano?
«No, mai avuto alcuna notizia nè alcun sospetto di questo».

A leggere i giornali, in cui si dice che lei sarebbe stata «informata periodicamente» dell’attività di queste cinque ragazze e di altre, sembra di capire che potrebbero esserci intercettazioni telefoniche.
«É assurdo. Non può esserci nessuna intercettazione che dica questo. Non so come siano nate queste notizie, ma non hanno alcuna base».

Potrebbe essere la sua vicinanza a Fede, uno degli indagati a Milano, ad aver favorito il suo coinvolgimento?
«Tutto può essere».

Nel ’96 fu accusata di aver indotto alla prostituzione delle vallette ed è lo stesso reato contestato ora a Fede, Mora, la Minetti e Berlusconi, per il caso Ruby.
«Mi sembra di rivivere un incubo. Allora ne sono uscita bene, con l’assoluzione. Ma questo sistema prima rovina le persone e poi dice che sono innocenti. Se qualcuno voleva darmi di nuovo in pasto a chi sguazza negli scandali, c’è già riuscito. Ma stavolta fermerò subito la macchina».

In questi anni lei è diventata giornalista: vuole sempre diventare direttore del Tg4, come disse nel 2007?
«Era solo una battuta. Scherzavo.

Spero che il nostro direttore rimanga al suo posto più a lungo possibile, perchè è lui il simbolo del Tg4».

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