Cronaca locale

Salasso badanti, appello al governo

Stipendi alzati del 9,2%. I sindacati: "Aumento salari necessario". I datori di lavoro: "Bonus per chi assume"

Salasso badanti, appello al governo

È scattato due giorni fa l’adegua-mento degli stipendi per colf, badanti ebaby sitter con un aumento pari al 9,2per cento sulle retribuzioni minime e apiù 11,5 per cento per le indennità divitto e alloggio. In pratica: per le fami-glie che applicano le retribuzioni mini-me contrattuali ai propri lavoratori do-mestici, gli aumenti per il 2023 posso-no oscillare, in base al profilo del lavo-ratore, da un minimo di 109 euro almese a un massimo di 145 euro mensi-li lordi.Si tratta di un aumento che in Lom-bardia riguarda 185mila lavoratori, dicui 105mila solo tra Milano e provincia, «a questi numeri però - ricorda Giovanna Sabato della Filcams Cgil Milano - il 40 per cento sono in nero. Questo anche perché molto spesso i datori di lavoro non sanno che potrebbero godere di detrazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi -. I lavoratori in nero, infatti, non possono fare valere i loro diritti, tenendo conto che comunque, anche chi è in regola, da contratto ha solo 15 giorni di malattia all'anno, non ha maternità facoltativa e poche tutele in caso di licenziamento, se non la possibilità di chiedere la Naspi una volta che non ha più un lavoro».

Si tratta spesso però di lavoratori che convivono con i loro assistiti, che quindi non si devono far carico dell'aumento del costo della vita, dalle bollette all'aumento dei generi di prima necessità, a differenza delle famiglie che li assumono. «Non si può pensare che questi lavoratori si possano far carico di questo problema, anzi hanno diritto ad avere un salario adeguato - conclude Sabato-. Spetta alle istituzioni trovare una formula per aumentare gli sgravi fiscali per l'assunzione».

Al 31 dicembre 2022 il salario lordo perla fascia massima, ovvero D super, lavoratore diplomato o laureato in scienze infermieristiche o Os, prendeva 1.267,82 euro al mese per 54 ore settimanali: 10 ore al giorno dal lunedì al venerdì con 2 ore di pausa e 4 ore al sabato. Tradotto. 5 euro lorde l'ora. Non solo - spiega Paola Camera della segreteria della Fisascat Cisl Milano metropoli -: il problema è che lo stipendio è composto da una salario minimo e da un superminimo tra i 150 e i 200 euro al mese che viene concordato con il datore di lavoro. Con l'aumento dello stipendio base, automaticamente si riduce il superminimo corrisposto: si tratta di aumenti che a mala pena entrano nelle tasche dei lavoratori». Per quanto riguarda il corrispettivo del vitto e dell'alloggio che viene corrisposto al 31 dicembre si parlava di 2,32 euro, somma che compare nel calcolo di liquidazione e tredicesima: anche questo ha subito un piccolo aumento, oltre al fatto che solo il 20 per cento circa delle collaboratrici famigliari hanno un rapporto di convivenza.

«Questi lavoratori hanno comunque delle spese e una stanza o un appartamento in condivisione, magari una famiglia che devono mantenere, comprare delle medicine o pagare delle visite, sostengono insomma delle spese. E non si può certo pensare - tuona Camera - che siano costretti ad avere stipendi irrisori per non gravare sulle famiglie. Al contrario spetterebbe al Governo trovare delle formule per maggiori incentivi fiscali sulle assunzioni partendo dal presupposto che le famiglie sono dei datori di lavoro a tutti gli effetti, come le aziende».

Una possibile soluzione la propone Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico: «Senza un intervento immediato e mirato da parte dello Stato l'effetto potrebbe essere quello di un'ulteriore espansione del lavoro irregolare. Uno strumento concreto per mitigare gli aumenti potrebbe essere il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025 adottato dal ministro al Lavoro Marina Calderone. Tra le linee d'azione si prevede di introdurre un bonus che consenta di far fronte al costo complessivo sostenuto dalle famiglie per il personale domestico.

Una scelta giusta, che speriamo possa concretizzarsi ma che, tuttavia, chiediamo non sia collegata all'Isee familiare, come invece il Piano prevede».

Commenti