Salute

Scompenso cardiaco: campagna in Europa

Luisa Romagnoni

L'Europa e l'Italia, si mobilitano contro lo scompenso cardiaco. Quella condizione, in cui il cuore, indebolito e troppo rigido, non riesce a pompare, abbastanza sangue nell'organismo. Si tratta di una patologia invalidante, cronica a carattere evolutivo, potenzialmente fatale. Porta al decesso la metà dei pazienti, entro 5 anni dalla diagnosi e a frequenti ospedalizzazioni: 500 i ricoveri ogni giorno, 165mila all'anno con una durata media di degenza che supera i 10 giorni. Circa 14milioni di cittadini europei oggi ne sono colpiti, più di un milione sono italiani, con una prevalenza nella popolazione dopo i 60 anni. Stime recenti indicano più di 30milioni di malati nel 2020. Prevenzione, informazione, conoscenza e appropriato trattamento, sono parole chiave, per combattere in modo efficace questa patologia, ancora oggi, troppo spesso scambiata per inevitabile deperimento legato all'età. Dal 1 all'8 maggio, si celebrano le «Giornate europee dello scompenso cardiaco», coordinate dall'Unità scompenso e cardiomiopatie dell'Ausl di Piacenza, con il patrocinio del Ministero della Salute e il supporto non condizionante di Novartis. L'iniziativa si inserisce nell'European Heart Failure Awareness Days, campagna europea di sensibilizzazione. In 41 Centri cardiologici del territorio nazionale, saranno organizzate iniziative educazionali e di sensibilizzazione sulla patologia, rivolti alla popolazione (Informazioni su www.iltuocuore.com o www.facebook.com/scompensocardiaco). «Le Giornate europee dello scompenso cardiaco, sono una campagna paneuropea che ha l'obiettivo di aumentare la conoscenza di questa malattia, principale causa di ricovero dopo il parto e prima patologia per giornate di ricovero», spiega Massimo Piepoli, membro del Board di HFA e responsabile unità scompenso e cardiomiopatie, ospedale di Piacenza. La diagnosi tempestiva e il controllo dei fattori di rischio permettono di rallentare il decorso della patologia.

I progressi compiuti negli ultimi anni permettono di intervenire con efficacia, migliorando la sopravvivenza.

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