L'azienda ospedaliera San Paolo punta sulla chirurgia pediatrica. La struttura sanitaria, che è  polo universitario dal 1987 e dispone di 635 posti letto, si è dotata di un Dipartimento  materno-infantile. Una scelta coraggiosa, in quanto i drg pediatrici sono economicamente più  sfavorevoli, perché non tengono presente la complessità dell'assistenza al bambino.
Ma il San Paolo va in controtendenza e punta proprio sui piccoli pazienti, con reparti di  clinica pediatrica da zero a 18 anni, neonatologia, patologia neonatale, andrologia infantile,  riproduzione assistita, ostetricia e ginecologia e neuropsichiatria infantile, per seguire i  disturbi alimentari, quelli dell'apprendimento, del comportamento e l'autismo.
«Afferiscono al Dipartimento materno-infantile - spiega Enrica Riva, direttore dell'Unità  operativa complessa di pediatria - l'odontoiatria infantile, l'oftalmologia infantile,  l'otorinolaringoiatria infantile e la chirurgia maxillo-facciale infantile, naturalmente con le  loro specialità chirurgiche. Abbiamo creato questi reparti d'eccellenza per rispondere ai  bisogni assistenziali: la fascia d'età pediatrica da zero a 18 anni rappresenta un quinto della  popolazione e dei pazienti che arrivano al nostro pronto soccorso».
Una delle punte di diamante è l'Unità Dipartimentale di Oftalmologia pediatrica e strabismo  dell'Università di Milano, che ha sede proprio presso il San Paolo, diretta dal professor Paolo  Nucci, tra i massimi esperti al mondo nel settore. Il luminare, che nel 1989 ha ricevuto il  «Fellowship Certificate» (diploma di superspecializzazione) in strabismo presso l'Università di  Chicago ed è membro dell'American Association of Pediatric Ophthalmology & Strabismus, ogni mese  esegue presso il San Paolo circa 50 interventi chirurgici, alcuni dei quali di particolare  complessità, anche su pazienti di pochi giorni di vita.
«Si tratta di operazioni piuttosto delicate che possiamo fare grazie alla stretta collaborazione  con l'equipe anestesiologica e pediatrica dell'ospedale - spiega Nucci, che è anche docente di  Malattie dell'apparato visivo presso l'Università di Milano, con 200 pubblicazioni scientifiche  all'attivo -. Negli ultimi venti anni ho colto il messaggio che arrivava dagli USA: è  impossibile, anche in una branca così apparentemente limitata come l'oftalmologia, raggiungere  particolare competenza se non sei superspecializzato». «Così negli anni ho stretto relazioni  internazionali con oftalmologi stranieri, ci sono colleghi provenienti persino dal Giappone e  dal Sudamerica che spendono alcuni mesi presso il nostro ospedale - prosegue il professor Nucci  - per confrontarsi con le nostre tecniche chirurgiche. Al San Paolo ci occupiamo di tutti i  disturbi della motilità oculare, dagli strabismi alle diplopie d'origine neurologica, al  nistagmo e con tecniche molto innovative di ostruzioni del dotto nasolacrimale, di cataratta  congenita e di glaucoma infantile».
Non è un caso, quindi, se proprio il San Paolo è l'ospedale dove si esegue il maggior numero di  interventi per ptosi e anomalie palpebrali in età pediatrica in Italia. In realtà negli scorsi 2  anni la percentuale di pazienti provenienti da fuori regione ha superato, per l'intera attività  oftalmologica pediatrica, il 40 per cento.
Per le particolari specialità pediatriche che la struttura sanitaria segue, tra le quali anche i  disturbi della nutrizione, le malattie del metabolismo congenite e acquisiste, le malattie  allergologiche e pneumologiche, le infezioni materno-fetali, riceve richieste per ricoveri da  ogni parte d'Italia.
Per andare incontro nella globalità ai bisogni dei bambini, infine, l'ospedale ha investito nel Day Hospital pediatrico terapeutico e nell'organizzazione del «percorso ambulatoriale protetto», che consente ai piccoli di effettuare tutti gli accertamenti clinici pediatrici in un'unica soluzione, presso strutture pensate proprio per loro.