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Santoro e Mentana, i furbetti della par condicio

Mentana ha debuttato ieri, Santoro in scena due giorni prima del voto: i talk show espulsi dalla televisione rispuntano su internet. Aggirare la preistorica legge voluta da Scalfaro era un gioco da ragazzi: solo i parrucconi della Rai saranno sorpresi

Santoro e Mentana, i furbetti della par condicio

Del resto, non è che ci volesse tanto; chissà quale trovata geniale, da dire guarda un po’ che cosa si sono inventati questi qui. No: aggirare la preistorica legge della par condicio con annessi regolamenti applicativi era un gioco da ragazzi. Forse solo i parrucconi del Gran consiglio di Mamma Rai e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni capeggiato dal magistrato-poeta Corrado Calabrò (l’altra sera era al Piccolo di Milano a leggere alcuni suoi componimenti presentato da Ramona Badescu) saranno rimasti sorpresi. Spiazzati. Quei birbantelli di Enrico Mentana, di Michele Santoro e della redazione di Omnibus di La7 (ma si vocifera anche di Lilli Gruber) gliela stanno facendo sotto il naso. Come alunni impertinenti ai quali sia vietato giocare a pallone in palestra durante l’intervallo, i furbetti della par condicio si sono spostati sul cortile davanti alla scuola - il web - e ora eccoli lì a correre e dribblare come matti (anche i regolamenti), mentre preside e professori stanno dietro le finestre a masticare amaro. Non si erano accorti che c’era, il web. Un’altra, gigantesca falla nell’archeologica legge, già ampiamente traforata da Linea Notte del Tg3 che adesso ha iniziato ad ospitare due politici di schieramenti contrapposti, pur non rispettando il bilancino del famigerato regolamento. E non si erano accorti che i media sono cambiati, che l’Italia non è più quella telegrafo, inchiostro, pennino e Tribune elettorali vagheggiata dall’ex presidente della Repubblica e ideologo della par condicio Oscar Luigi Scalfaro.

E quindi.
Ieri l’ex direttore editoriale di Mediaset ha esordito online sul sito del Corriere della Sera con il suo «Mentana condicio - Vietati in tv, liberi sul web», un’ora di faccia a faccia tra il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il vicesegretario del Pd Enrico Letta, come un talk show televisivo con servizi di approfondimento e interventi di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Qualche problema tecnico all’inizio e poi Mentana, esperto di duelli pre-elettorali fin dal primo tra Occhetto e Berlusconi, ha moderato i civilissimi contrasti tra i due contendenti. Oggi dovrebbe toccare a Di Pietro e a un esponente moderato del Pd. E poi avanti, se qualcuno non rinsavirà prima, fino al 29 marzo. Da oggi pomeriggio, invece, su La7.it si potrà vedere Omnibus speciale, la versione web del talk show del mattino, con un parterre variegato di giornalisti e politici a discutere del caos delle liste elettorali, coordinato da Gaia Tortora. Fino a fine marzo, La7 ha in programma altri quattro appuntamenti nella speranza che, però, il Tar del Lazio accolga il ricorso presentato dall’emittente che si sente particolarmente penalizzata dalla delibera dell’AgCom.

Ma il piatto forte della partita, lo slalom sulla fascia prima di scaraventare in porta la cannonata imparabile (forse), lo servirà Santoro il 25 marzo prossimo, a solo due giorni dall’apertura dei seggi elettorali. Dal PalaDozza di Bologna il conduttore di Annozero inscenerà una puntata evento «trasmessa in diretta web dalle 21 alle 23,30 su un sito che sarà predisposto per l’occasione. Porte aperte alle radio e televisioni che vorranno riprendere e trasmettere l’avvenimento», nientemeno. E porte aperte anche al collega Giovanni Floris, pure lui in prima linea contro la sciagurata par condicio. Solo Bruno Vespa ha declinato l’invito, ritenendo di aver già detto quello che doveva dire alla manifestazione di qualche giorno fa. Per l’occasione, però, scenderà in campo anche la Federazione nazionale della stampa che ha anticipato le sue intenzioni in una lettera alla Rai, della serie adesso vi facciamo vedere noi. «Nell’ambito di questa iniziativa sindacale» si legge nel formalissimo testo, «vi comunichiamo che alla manifestazione da noi indetta avente ad oggetto la difesa della libertà d’informazione parteciperanno su nostra richiesta e a titolo gratuito anche giornalisti aventi con voi rapporti contrattuali».

Ma la zingarata santoresca, il tunnel ai danni dei difensori della porta di Mamma Rai, è il titolo della serata. Ovvero Rai per una notte. In una parola: uno dei Voltinoti più noti dell’informazione pubblica usa il marchio Rai per realizzare una manifestazione che dribbla una disposizione dei dirigenti della stessa Rai. Se andasse in porto con quel titolo sarebbe come una pallonata contro i vetri della scuola. Chissà come reagiranno al settimo piano di Viale Mazzini. E chissà quali regolamenti staranno compulsando, lassù. Per tentare di parare il tiro.

Forse.

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