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Schoolbook: il profilo di tutti gli istituti scolastici on line da gennaio

Il "profilo" di tutti gli istituti verrà pubblicato entro gennaio 2012 sul sito del ministero. Ad annunciarlo il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, in occasione del Rapporto di ricerca sul progetto del Miur "Valorizza" dell'Associazione Trellle e della Fondazione per la Scuola, Compagnia di San Paolo.

Un "profilo" di tutte le scuole verrà pubblicato entro gennaio prossimo sul sito del ministero. Una sorta di "schoolbook" contenente le caratteristiche di ogni istituto: quanti docenti di ruolo o precari, quanti alunni, laboratori, dotazioni tecnologiche. Insomma "tutto quello che avreste sempre voluto sapere" sulla scuola da scegliere per i figli ma che nessuno vi ha mai detto. In un mondo a volte soffocato dall'eccesso di informazioni qualsiasi genitore italiano sa, con rammarico, di non sapere quale sia la scuola giusta per i propri ragazzi. Da decenni si va avanti con il "passaparola", dettagli informali scambiati fra genitori più o meno esperti, per capire quali siano gli istituti che funzionano ed in più quali le sezioni migliori all'interno della stessa scuola.
Ora il ministro dell'Istruzione e dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, in nome della trasparenza, annuncia quello che al momento è soltanto un primo passo ma comunque significativo per un servizio che sia più accessibile ai cittadini. Il sogno globale è quello di una smart city, diciamo una versione moderna dell'Utopia di Tommaso Moro, in questo caso però pienamente realizzabile, un luogo ideale per i cittadini perchè le informazioni necessarie sui servizi ed i servizi stessi saranno accessibili a tutti nello stesso modo. E da dove cominciare se non dalla scuola?
Non a caso l'iniziativa è stata annunciata al Centro Nazionale delle Ricerche di Roma durante la presentazione del rapporto di ricerca sul progetto del Miur "Valorizza" elaborato dall'Associazione Trellle e della Fondazione per la Scuola, Compagnia di San Paolo. Il progetto sperimentale " Valorizza" è stato condotto su 33 scuole seguendo due percorsi diversi: valutare i risultati del singolo istituto nel suo complesso e valutare il lavoro dei singoli docenti. L'adesione era volontaria. Scopo della ricerca quello di vedere se e come funziona il meccanismo di valutazione anche allo scopo di stabilire un modello ideale al quale adeguarsi.
Nel frattempo sono stati compiuti passi avanti dall'Invalsi, l'Istituto nazionale di Valutazione. I test, che vengono somministrati ogni anno a campione lungo tutto il ciclo dell'istruzione, sono oramai parte integrante nell'esame di terza media e contribuiscono al voto finale.
In nome della trasparenza il ministro Profumo invita tutti gli istituti a pubblicare sul loro profilo anche i risultati sulle valutazioni degli apprendimenti e dell'offerta formativa. «Il legame virtuoso tra valutazione e miglioramento è in genere ancora tutto da sviluppare nel contesto culturale delle nostra scuola che in questa prospettiva sarà chiamata a renderedisponibili tutti i suoi dati all'interno di un più ampio concetto di "smart society"- spiega Profumo- Saranno poi i singoli istituti autonomamente a decidere di mettere a disposizione tutti i propri dati a partire dai risultati dei test Invalsi». Dunque si lascia all'autonomia delle scuole la scelta di una totale trasparenza. La speranza è quella di innescare un circolo virtuoso. É ovvio che quando molte scuole cominceranno a mettere i dati in rete quelle che non lo faranno verranno guardate con sospetto.
La valutazione dunque, aggiunge il ministro, diventa «leva del cambiamento e dell'innovazione». Certamente è proprio la scuola il settore nel quale è davvero necessario innovare. Nonostante sia il più «grande sistema sociale del Paese» con i suoi 8 milioni di studenti e circa 700.000 insegnanti, è rimasta sostanzialmente immobile: il modello educativo è quello dell'ora di lezione con il docente seduto in cattedra. E purtroppo oggi i ragazzi, nativi digitali, in classe troppo spesso si annoiano. «Nelle nostre aule abbiamo una generazione digitale che parla un'altra lingua, che ha elaborato nuove strategie cognitive che apprende oramai. dicono le più recenti, ricerche solo il 20 per cento delle conoscenze a scuola -spiega Profumo- Tutto il resto lo apprende non soltanto fuori dalle aule ma soprattutto con modalità e linguaggi del tutto inediti».


Trasparenza, confronto e valutazione, conclude il ministro, sono le chiavi per accedere ad una scuola più moderna.

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