Politica

Lo sciopero generale spacca la sinistra

La minoranza in piazza contro il governo a due giorni dall'Assemblea Pd

Lo sciopero generale spacca la sinistra

"Così non va", urlano in piazza Cgil, Uil e Ugl nello sciopero generale contro il Jobs act. "Così non va", urla la minoranza Pd che non perde occasione per attaccare il premier e ventilare lo spettro delle elezioni anticipate.

A 48 ore dall'assemblea di domenica, Matteo Renzi rischia grosso: nel partito ormai la spaccatura è evidente e in piazza con i sindacati ci sono Gianni Cuperlo, Massimo D'Alema - che si è preso anche i fischi dei manifestanti -, Stefano Fassina e Pippo Civati. Già ieri, pur di abbassare i toni, il premier era intervenuto nello scontro tra Lupi e Camusso sulla precettazione dei ferrovieri, chiedendo di rispettare il diritto allo sciopero.

Un'operazione riuscita solo in parte: da Milano a Bari tra le bandiere di Cgil e Uil sfilano volti più o meno noti del Partito democratico. "Sono qui per dire che il Pd è con il sindacato e faremo battaglia all’interno del partito affinché si riprenda il dialogo", dice il consigliere regionale lombardo, Onorio Rosati, "Il governo sta facendo delle cose utili, ma deve capire l’importanza del dialogo con il sindacato".

"La situazione del Paese è grave e spero che il governo ascolti questa piazza e tenga conto della richiesta che viene dai lavoratori", ha detto dal canto suo Massimo D’Alema durante una visita a sorpresa al sindaco di Bari. "La politica economica del governo, a cominciare dal lavoro, va corretta, è iniqua e non funziona ai fini della ripresa", aggiunge Stefano Fassina da Roma, "Spero che il segretario del Pd ascolti con grande

538em;">attenzione è l’indicatore chiaro che la rotta va corretta".

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