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A scuola ci sono alunni musulmani: spariscono Gesù e la stella cometa

A Natale si è tutti più buoni, recita il detto. Forse fin troppo, a giudicare da quello che è successo a Cagliari. Alcune insegnanti dell’istituto elementare Santa Caterina hanno infatti deciso di far disertare alle proprie classi la tradizionale festa religiosa. Motivo? Per rispetto dei bambini di religione islamica. «Sarebbe stata una forzatura partecipare a queste condizioni», spiega una delle due maestre in un articolo pubblicato sull'Unione Sarda. «Nessuno scandalo - aggiunge -. Si è deciso di comune accordo con gli organizzatori, non credo sia stato leso alcun diritto». Le classi delle due maestre in questione hanno dunque dato buca, o meglio, hanno preferito non partecipare alla festa, che prevedeva tra l’altro anche la lettura di un passo del Vangelo, per non creare imbarazzo agli alunni musulmani. Per l’assessore regionale della Cultura e Pubblica istruzione Lucia Baire, però, «è impensabile barattare il nostro credo religioso. Il dialogo, il rispetto reciproco e la convivenza con le altre religioni sono per noi un valore, ma proprio per questo – ha osservato Baire - non possiamo certo rinunciare o tantomeno perdere la nostra identità». Quello sardo non è però l’unico caso in cui il dialogo interreligioso viene portato alle estreme conseguenze.

Cremona, la festa delle luci
A Cremona, infatti, erano quindici anni che nella scuola Manzoni si accoglieva il Natale celebrando la festa delle luci. I bambini uscivano da scuola con dei lumini in mano per poi formare, tutti insieme, nel cortile della scuola, le immagini di un albero, di una stella e il simbolo della pace.
Fino a oggi era sempre filato tutto liscio, invece l'edizione di quest’anno è stata accompagnata da polemiche da parte di alcuni genitori: perché chiamarla Festa delle luci e non Festa di Natale? «Lo abbiamo deciso noi insegnanti insieme, d'intesa con i genitori - ha detto il maestro Eriberto Mazzotti -. Siamo una scuola interculturale. Abbiamo pensato alla Festa delle luci per non urtare le altre culture, senza comunque rinnegare il Natale».
Una mamma però non ha voluto accettare. «Bisognerebbe chiamarla Festa di Natale. Punto. Il Natale appartiene alla nostra storia e alla nostra tradizione, senza per questo voler chiudere la porta alle altre culture».
L’iperlaicismo di Cesena
A Cesena la polemica è scoppiata invece sul presepe. Nella scuola materna dell’Ippodromo, i genitori di un bimbo, chiedendo informazioni alle insegnanti sul perché ancora non fosse stato realizzato il presepe, si sono sentiti rispondere così: «La scuola è laica e per non far torto a nessuno il presepe non si farà». I genitori hanno allora preso carta e penna e hanno scritto al Comune. «Sappiamo che la scuola è laica ma chiediamo semplicemente di rendere visibile e di fare vivere ai nostri figli, anche all’interno dell’esperienza scolastica, un avvenimento che appartiene alla nostra storia, alla nostra cultura, alla nostra tradizione e l’avvenimento del Natale fa parte di tutto questo».

Rieti, abolita la messa
Nell’istituto comprensivo della cittadina di Leonessa, in provincia di Rieti, il preside Gabriella Serva ha scelto invece di abolire la messa all'interno della scuola, di eliminare la stella cometa dall’albero di Natale e di spogliare dei contenuti religiosi la recita di fine anno. Il tutto per venire incontro alle esigenze di tre alunni musulmani. Una scelta che ha mandato in bestia i genitori. Per il sindaco, Paolo Trancassini «è una decisione irrazionale perché i nostri musulmani sono perfettamente integrati, sono leonessani, nulla chiedono e nulla pretendono». Evidentemente però la dirigente scolastica ha pensato che l'integrazione a Leonessa si dovesse fare mettendo in soffitta i simboli del Natale.

Bolzano, no brani su Gesù
Nella scuola materna Casa del bosco di Bolzano a essere abolita è stata invece la canzoncina su Gesù. Al suo posto un rispettoso silenzio. Le insegnanti hanno così deciso allo scopo di dare un buon esempio di integrazione in un asilo a forte presenza multietnica. Insomma la lista dei casi in cui l’integrazione rasenta la negazione dei propri simboli e valori religiosi potrebbe continuare. Addirittura nel sito natalesiamonoi, che si prefigge come scopo quello di difendere il presepe, si può trovare una lista di mail che denunciano questa situazione. Una su tutte: «Né all'asilo nido né alla scuola materna mia figlia ha celebrato o celebra il S. Natale (ormai da quasi 9 anni... ). R.

R. Milano»

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