Cronache

Scuola contro scuola: il successo si misura così

L'efficienza cambia da regione a regione in base ai livelli di reddito e di sviluppo. Ma in futuro la differenza la faranno soprattutto i presidi

Scuola contro scuola: il successo si misura così

Il conto alla rovescia sta per terminare. Entro pochi giorni, e precisamente entro il 22 febbraio, gli studenti italiani che iniziano un nuovo ciclo di studi, dovranno iscriversi alla scuola prescelta. L'obbligo vale per tutti, anche per elementari e medie, ma è particolarmente delicato per chi sta per cominciare le superiori. Non si tratta solo di scegliere l'indirizzo di studi più adatto. Il problema è anche individuare l'istituto giusto. Tradizionalmente le classifiche internazionali descrivono una Penisola a macchia di leopardo, in cui aree di eccellenza scolastica coesistono con zone più problematiche, e di solito lo spartiacque è rappresentato dai livelli di reddito e di sviluppo economico delle diverse zone. Spesso, però, le differenze sono rilevanti anche tra scuola e scuola. E i distacchi sono destinati ad aumentare se si considera la sempre maggiore autonomia affidata ai singoli dirigenti scolastici. Più potere ai presidi (la riforma del 2015, la cosiddetta «Buona scuola», va in questa direzione) vuol dire che gli istituti ben gestiti andranno sempre meglio. Con un grande punto di domanda su tutti gli altri. Si spiega così la crescita esponenziale della domanda di informazioni da parte delle famiglie e il successo di chi queste informazioni è già attrezzato a darle. È il caso della Fondazione Agnelli e della sua ricerca annuale sulle migliori scuole superiori italiane pubblicata all'indirizzo internet eduscopio.it. Nell'edizione 2014 (l'ultima di cui si abbiano i dati completi) il sito ha fatto registrare un record di un milione di pagine visitate. Dati che saranno con ogni probabilità superati dalla versione 2015 (online dal mese di dicembre). Merito anche (...)(...) della chiarezza del metodo scelto. La ricerca misura il rendimento universitario dei diplomati delle singole scuole e il punto di partenza è semplice: un buon rendimento all'università è indice di una solida preparazione scolastica. Quindi si prendono in considerazione le scuole che preparano all'università (per il momento dunque non vengono considerati gli istituti professionali), attraverso le banche dati del ministero dell'Istruzione si misurano voti e crediti ottenuti dagli ex allievi nel primo anno di università (i due parametri vengono pesati per il 50% in modo da valutare profitto ma anche intensità dell'impegno). Il tutto viene poi «normalizzato» con un parametro che corregge la diversità delle facoltà scelte (ingegneria, per esempio, non è in termini di medie paragonabile a lettere) e si ottiene un numero indice che stabilisce la graduatoria tra i vari istituti (indice Fondazione Agnelli). Sul sito è possibile un confronto solo tra scuole situate in un raggio di 30 chilometri («vogliamo solo fornire un servizio pratico alle famiglie e i paragoni vanno fatti a parità di condizioni di sviluppo economico e sociale dell'area di riferimento», spiegano alla Fondazione Agnelli) mentre Il Giornale ha usato i dati raccolti per allargare la classifica su base nazionale. Nel selezionare i nomi degli istituti pubblicati in queste pagine, l'élite di un plotone agguerrito, abbiamo usato, soprattutto per il liceo scientifico, una sola accortezza: privilegiare i grandi istituti, che riescono a mantenere medie universitarie d'eccezione (e quindi un livello di preparazione omogeneo e ad alto livello) pur sfornando centinaia di diplomati ogni anno. È il caso per esempio dell'Ulisse Dini di Pisa, primo tra i licei scientifici: più di 210 diplomati ogni anno, voto medio alla maturità 80, voto medio all'università 29,3. Per i numeri troppo piccoli in classifica non figurano, dunque, due esempi di scuole d'eccellenza come la sezione di liceo scientifico del Rota di Calolziocorte, vicino a Lecco (ogni anno i diplomati sono più o meno una ventina con la media del 30) o il Giovenale Ancina di Fossano (una quarantina i diplomati, media del 29,2).

A loro una menzione d'onore.Angelo Allegri

Commenti