Cultura e Spettacoli

Se per la Rai ci sono giornalisti "disuguali"

La presentazione del libro di Porro stoppata da via Mazzini. Il moptivo? Par condicio referendaria

Se per la Rai ci sono giornalisti "disuguali"

Anche questa settimana chiedo la vostra pazienza per raccontare un aneddoto su La disuguaglianza fa bene, il libro figlio di questa rubrichetta. Partiamo dal principio. Molto gentilmente Corrado Augias mi aveva invitato ad una trasmissione sui libri che tiene su Rai3. E mi aveva fissato l'appuntamento per domani, lunedì. Con molta premura e cortesia la sua redazione mi ha contattato questa settimana per capire se avessi avuto bisogno di un taxi per andare a Saxa Rubra, lo studio televisivo dove si sarebbe registrato il programma. Tutto ok. Dunque.

Senonché, giovedì scorso la casa editrice che ha pubblicato il libro ha ricevuto uno stop piuttosto inconsueto: rimandiamo di un mesetto. Alla richiesta di spiegazioni, la risposta, imbarazzata, è stata che per un po' si voleva evitare, per par condicio referendaria, di invitare il sottoscritto. Il libro, come ormai sapete, parla dei grandi del pensiero liberale e del referendum non fa minimo accenno. Come peraltro il sottoscritto non ha mai fatto alcun cenno allo stesso. Ma insomma, anche Cappuccetto Rosso capisce bene che la questione non ha a che vedere con il quesito, ma con il libro. Difficile pensare, ad esempio, che i tanti autori di Repubblica invitati da Augias siano vergini politicamente. Cosa è successo dunque? Mi è molto difficile ritenere che Corrado Augias e la sua redazione possano averci ripensato. Non condivido molte delle cose che scrive e la cosa è reciproca, ma ciò non ci impedisce di avere con lui un rapporto cordiale e anche di sfida intellettuale molto interessante. L'ultima volta che lo incontrai, al Quirinale, mi diede dei consigli ben accetti nel libro. Sono anche dell'avviso che il direttore di Rai3, Daria Bignardi, sia donna troppo sgamata e intelligente per poter mettere un veto alla Disuguaglianza. Non mi sembra il suo stile.

La cosa è un po' diversa. La decisione è dei piani alti. Il Conte Mascetti e ParapaParapa (suo assistente alla comunicazione a sua volta assistito dall'amico Gianluca Comin) devono aver preso male le mie intemerate mattutine nella «Zuppa di Porro». Rassegna stampa facebookiana in cui parlo male di tutti, come una zitella incarognita, e talvolta anche di me stesso. Devo confessare che la cosa ci sta. Come pretendo di presentare un libro al cospetto di vertici che svillaneggio sul web? Sarebbe stato meglio parlare male della Rai, dell'azienda nel suo complesso, così forse mi sarei meritato, alla Francesco Merlo, un posticino accanto a Verdelli. Poi mi sorge un dubbio, il solito. Lo stipendiuccio, a questi signori, glielo pago anche io.

Evviva la Rai pluralista.

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