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Il sesso non è una malattia: no alla medicina per l’orgasmo

Neanche un orgasmo. Se una donna non ne ha avuto nemmeno uno negli ultimi sei mesi, per qualunque causa, il fatto viene considerato patologico e quindi bisognoso di intervento terapeutico. Il Manuale (...)
(...) dei disordini mentali, il testo guida dei medici americani, classifica come malattia la mancanza di eccitazione sessuale prolungata e la definisce «ipoattività del desiderio» e «disfunzione sessuale femminile» come fossero due stati patologici veri e propri e per i quali si stanno testando quindi, nel mondo, vari preparati chimici.
In verità si tratta di quelle nuove false patologie» emergenti, pilotate dalle sempre più fameliche industrie farmaceutiche, per le quali non si ricerca nemmeno la causa che le provoca, l'agente eziologico o la carenza vitaminica, ma si va direttamente alla cura del sintomo finale, in questo caso la assenza di libido femminile, sintomo di origine cerebrale e certamente relazionale ma con effetto più fisico e periferico, e si tratta effettivamente di un fenomeno genitale in costante crescita nella società moderna.
L'ultima trovata della farmaceutica internazionale è il Girosa, un farmaco inizialmente prodotto come antidepressivo, ma che non aveva alcun effetto sulla depressione, mentre invece provocava un effetto collaterale interessante... la comparsa di eccitazione sessuale femminile. Il Flibanserin, nome scientifico della molecola base, riflette quello che sta diventando un costume, ovvero la ricerca di una pasticca non solo per guarire da una malattia vera, causata da un agente patologico estraneo, ma per la qualità di vita in generale. Una volta si entrava in farmacia con la ricetta medica per acquistare un farmaco prescritto per una malattia diagnosticata e certificata, che in genere ci costringeva a letto malati, mentre oggi ci si va per avere un aiuto a migliorare l'ansia del vivere comune, anche e soprattutto quella da camera da letto.
I disturbi della sfera sessuale, infatti, sono in continuo aumento, come aumenta la richiesta di aiuto farmacologico in questo settore.
Per gli uomini ormai sono sul mercato diversi farmaci efficaci e attivi, che funzionano anche in assenza di desiderio sessuale, ma che, se questo è presente, garantiscono prestazioni così soddisfacenti da creare spesso dipendenze psicologiche.
Queste molecole agiscono infatti sulla pressione sanguigna locale, genitale appunto, e quindi garantiscono perfettamente, a qualsiasi età ed in assenza di patologie specifiche, quasi automaticamente la risposta sessuale richiesta, e visto il successo mondiale delle famose pillole blu per la disfunzione erettile, la gigantesca macchina dell'industria farmaceutica si è buttata a capofitto per ottenere lo stesso risultato sul genere femminile con una analoga pillola rosa.
Come se bastasse una compressa a soddisfare e a far godere le donne, specie quelle che non provano tali emozioni da almeno un semestre... e nessuna istruzione contenuta nella confezione del farmaco specifica che per ottenere l'effetto desiderato c'è bisogno anche di un uomo. Un uomo in carne ed ossa e possibilmente sessualmente soddisfacente.
La libido femminile è molto più complessa di quella maschile, si forma e si sviluppa nel cervello, e arriva allo stimolo sessuale genitale dopo un corto circuito cerebrale, fatto di desiderio, di eccitazione, di sensualità, di attrazione, di erotismo, e di molte altre cose, per molti versi differenti da quelle che stimolano gli uomini, a cominciare dai tempi.
Alle donne infatti non piace fare l'amore per ore e ore come sogna l'immaginario maschile ingoiando la pillola blu.
Alle donne non piace sudare ed affannarsi, e rotolarsi per un'ora e più per un piacere sì appagante, ma che dura al massimo otto secondi. Alle donne non piace aspettare per ore l'orgasmo maschile, né provare tutto il repertorio per favorirlo e provocarlo.
Alle donne piace fare l'amore e piace fare sesso. In modo naturale.
Il fatto è che nella società moderna la sensualità maschile e femminile sta scomparendo. La fisicità naturale è artificialmente modificata e soppressa, gli uomini si depilano, curano il corpo con creme e massaggi, si curano le sopracciglia e il resto del look, si coprono di tatuaggi colorati, si gonfiano in palestra, si vestono attillati come i modelli gay e molti di loro ricercano rapporti erotici con i transessuali che, con i loro labbroni e con i loro seni enormi rappresentano freudianamente l'esagerazione all'estremo della morbida e rassicurante figura femminile.
Le donne al contrario diventano algide e androgene, magre e muscolose, riducono i fianchi e si assottigliano, si gonfiano i seni e le labbra in un aspetto che di naturale e di sensuale ha ben poco, azzerano e paralizzano ogni espressione allusiva del viso col botulino e perdono quella silhouette florida che una volta, solo a vederla, scatenava energia sessuale da vendere.
Le donne non riconoscono più il fascino di un uomo, quel mix sempre più raro di carattere, di cultura, di intelligenza, e di charme, che ormai solo pochi hanno, ma ne ricercano esclusivamente l'aspetto fisico, il corpo tonico di maschi muscolosi e palestrati, finendo banalmente col tradire i loro mariti e fidanzati con il personal trainer o con il body guard, moderna versione dell'antico bagnino o maestro di sci.
Il viagra rosa quindi è destinato a fallire sul nascere e quei ricercatori uomini in camice bianco che lo stanno testando e dosano i livelli di dopamina e di serotonina del sangue femminile dovrebbero cominciare prima di tutto ad ascoltarle le donne.


Scoprirebbero subito infatti che è improbabile che una semplice pasticca rosa possa stimolare nelle mogli moderne quel desiderio erotico addormentato e anestetizzato dalla cronica carenza del maschio sano e sessualmente attivo, come è improbabile che le donne in generale per godere preferiscano ricorrere alla sterile farmacia piuttosto che correre tra le braccia di un uomo affascinante e attraente in camera da letto.
* Medico
e parlamentare Pdl

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