Sinistra antismog? Tutta chiacchiere e distintivo

«Se avessimo dato retta a tutto quello che diceva la sinistra, ora ci troveremmo una città inquinata come Pechino e a livello delle infrastrutture come la vecchia Berlino Est». Sono tredici anni almeno che Fabrizio de Pasquale siede tra i banchi di Palazzo Marino. Prima come consigliere di Forza Italia, poi come presidente delle commissioni ambiente, lavori pubblici e ora di quella ai parchi. E di battaglie politiche sui vari provvedimenti ne ha vissute parecchie. Ripensa a domenica scorsa, a quando Milano si è fermata per otto ore, lasciando l’auto a casa per colpa delle polveri sottili che da due settimane non davano tregua alla città. Alle manifestazioni contro lo smog, gli slogan di chi della difesa dell’ambiente ha fatto una questione di vita o di morte. E di una cosa è certo: «la sinistra è ambientalista a parole. Ma poi nei fatti impediscono di finanziare le iniziative che invece sono a favore dell’ambiente, come la realizzazione delle linee della metropolitana, delle metrotramvie, degli autobus ecologici». Per questioni di principio: «perché la privatizzazione è di per sé un concetto che va contro la sinistra». E come se fosse un percorso a tappe, De Pasquale elenca tutte le volte che l’opposizione ha votato contro i provvedimenti che avrebbero permesso di destinare fondi alle opere pubbliche. A partire dal 1998, quando la sinistra si oppose alla cessione del 49% delle azioni di Aem. Un’operazione dalla quale il Comune di Milano riuscì a ricavare circa 1.500 miliardi della vecchie lire che vennero poi impiegati nelle nuove stazioni della M1 e M2. Ma anche nel verde e in alcuni parchi cittadini, come il Sempione e il Ravizza. «Ricordo l’ostruzionismo della sinistra e le polemiche sul fatto che il prezzo di collocamento era basso». Lo stesso accadde con la giunta Albertini, quando nel 2001 la Centrale del Latte venne venduta per circa 160 miliardi di vecchie lire, così come le farmacie a 280 miliardi. «Le ragioni dell’opposizione in questo caso erano la cessione a privati, una questione di principio. Temevano che si facessero delle operazioni immobiliari sul terreno dove sorgeva la Centrale del Latte e sulle farmacie dicevano che si stava privando la città di un servizio». Andiamo avanti negli anni. Nel 2004 l’allora sindaco Albertini iniziò la vendita della seconda tranche di Aem. Una parte del ricavato (circa 600 mln di euro in totale) sarebbe stato impiegato per la M4, il nuovo canale scolmatore sul Seveso per salvare Niguarda dalla inondazioni, alla Città delle Culture all’ex Ansaldo. In quel caso, la battaglia fu durissima. A colpi di contestazioni, ricorsi al Tar, diserzioni dell’aula consiliare. «Il problema era che all’inizio Albertini la voleva vendere con una delibera di giunta e invece bisognava passare dal consiglio». Così nel 2008, quando si trattò della vendita degli immobili comunali, con Ecopass anche se lì ad essere contrario era l’ex presidente della Provincia. «Con il termovalorizzatore di Silla è successo la stessa cosa e tuttora stanno facendo una battaglia contro quello che dovrebbe nascere a Milano Sud». Col Pgt l’atteggiamento non cambia. «Nel piano del governo del territorio, vogliamo approvare la costruzione di edifici con pannelli solari a basso consumo di energia. Un’altra soluzione fondamentale per abbattere le polveri. E loro invece sono contro». Insomma, conclude De Pasquale, la sinistra si è impegnata in divieti e vincoli che hanno come unico risultato quello di trasformare la città come la vecchia Berlino Est.

Com’era forse nei progetti del vecchio assessore alla mobilità milanese Vittorio Korach, comunista. Per lui la metropolitana era il demonio, guai a nominargliela. Si era battuto per ostacolarne la costruzione. Il futuro per il compagno ero i tram, anzi i jumbo tram.

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