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Sobri ma (molto) ricchi

Sette milioni alla Severino, tre a Passera. L'ultimo a pubblicare il reddito è il premier: 1.515.744 euro

Sobri ma (molto) ricchi

Il nostro ministro più ricco è Paola Severino, titolare della Giustizia. Con un reddito di 7 milioni di euro ha superato anche il superbanchiere, Corrado Passera. Ha subito dichiarato: «Chi guadagna e paga le tasse non è un peccatore, va guardato con benevolenza e non con invidia». Parole sante, peraltro già più volte scritte su queste colonne. Paola Severino è una donna che si è fatta da sola, come si suol dire. Non è figlia di un barone universitario e il suo studio non l’ha ereditato dal padre. Ha creato molta ricchezza per se stessa e altrettanta per lo Stato: circa metà dei suoi redditi è finita in tasse. E presumibilmente il suo studio fa lavorare un bel po’ di persone.

Ecco perché conviene ascoltare con attenzione ciò che ha detto: la ricchezza, fino a prova contraria, non può e non deve essere considerata un peccato. Anzi è il contrario, sosteniamo noi. Forse converrebbe che il ministro Severino si facesse sentire in Consiglio dei ministri, quando si adottano misure fiscali che hanno il chiaro intento di dare risposta a quell’invidia sociale di cui proprio il ministro parla. Ma questo è un altro discorso. E per ora lo lasciamo da parte. Le dichiarazioni pubbliche dei ministri di Monti cosa insegnano?

1. La trasparenza è il primo antidoto alla corruzione. Bene ha fatto il premier a pretendere e ottenere la totale pubblicità dei redditi dei suoi ministri. Il primo passo è stato fatto, conviene ora che diventi procedura automatica e annuale. Altrimenti il controllo varrebbe meno: avremmo scattato una foto e non girato un film.

2. La Severino, il nostro paperone, deve stimolare l’emulazione più che l’invidia. Non con le quote rosa, ma con la propria forza una gentile signora è riuscita a battere in reddito e posizione sociale, molti suoi agguerriti colleghi maschi.

3. Le eccellenze in un Paese normale hanno retribuzioni eccellenti. E opportuno non moraleggiare troppo. L’ingaggio di Buffon o Thiago Silva è superiore allo stipendio di Passera, che non sarà un calciatore affermato, ma era pur sempre il primo banchiere in Italia.

4. Molti dei ministri guadagneranno, per il loro nuovo incarico, meno di quanto abbiano fatto nel passato. Ciò ovviamente può rispondere all’ambizione di fare un salto di carriera. O rispondere a uno spirito di sacrifico per il bene collettivo. Da tenere bene a mente quando si fanno campagne contro gli sprechi della politica. Essi sono innumerevoli e da condannare. Ma non si deve confondere lo spreco dei danari pubblici, con la retribuzione adeguata che è giusto attribuire ai nostri rappresentanti. Altrimenti rischieremo di avere sempre una selezione al ribasso del nostro personale pubblico.

P.S. Meno trasparente la presa di posizione di un’altra donna del potere italiano, Emma Marcegaglia. Ieri ha sostenuto che i sindacati e la Cgil in particolare proteggerebbero i ladri, difendendo a oltranza l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Sia chiaro, a parte i toni, il presidente della Confindustria ha fatto bene, finalmente, a prendere posizione contro l’illicenziabilità per legge. Ma fino a ieri il suo rapporto speciale con il leader della Cgil, Susanna Camusso, aveva impedito ogni cambiamento di passo. Ci ricordiamo bene l’accordo che proprio la Marcegaglia fece con i sindacati per sterilizzare una norma estiva del governo Berlusconi che prevedeva alcune deroghe importanti e concordate sui contratti collettivi. E il suo atteggiamento stizzito con la Fiat di Marchionne che cercava di sganciarsi dalla palude sindacale italiana. Rispetto a sei mesi fa cosa è cambiato? La campagna elettorale per la sua successione. E la dichiarazione fatta proprio da Sergio Marchionne, numero uno della Fiat, che ha pubblicamente preso posizione a favore del candidato Bombassei. Molto mal visto dalla Marcegaglia e che ha fatto dell’abolizione dell’articolo 18 e della modernizzazione delle relazioni industriali il suo programma.

Insomma, la signora Confindustria, visto il nuovo vento che tira, più che al Paese sta pensando di riposizionare se stessa e il suo candidato, Giorgio Squinzi.

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