Cultura e Spettacoli

La bacchettata

La Luisa (Luisa Mandelli, morta a Milano all'età di 96 anni) era il cuore antico e pulsante del loggione della Scala che frequentava da quando aveva smesso l'attività di cantante in ruoli comprimariali, mezzo secolo orsono. Luisa era una callasiana a denominazione di origine controllata e garantita, avendo lavorato accanto alla Divina (fu Annina nella storica produzione della Traviata con la regia di Visconti). A differenza di altri fan della Callas, non portò il lutto stretto, avversando i cantanti che ardivano sostenere i ruoli un tempo interpretati dalla Callas, perché è sempre stata innamorata, prima di tutto, del Teatro alla Scala. Certi giudizi taglienti con cui archiviava cantanti, direttori e registi del presente o del passato prossimo nascevano dal sacro rispetto per la Scala in cui aveva lavorato con Visconti e Giulini, Strehler e Cluytens, Menotti e Schippers. Dopo l'attività canora, fu impiegata alla Ricordi, e poi divenne ospite della Casa di riposo Giuseppe Verdi, da cui usciva per seguire tutte le recite che poteva, non mancando presentazioni, incontri, riti di suffragio e funerali. L'ultima volta che la vidi in piazza della Scala, mi disse a mezza voce, con ironia lombardo-gaddiana, che notava in uno spettacolo appena visto un po' troppa «ruéra». Il Cherubini, meraviglioso dizionario milanese-italiano, segnala che il termine «ruéra» - meneghino per spazzatura - era il «luogo dove si ammassano spazzature e letami che allogati nelle cantine incensavano in Milano le sovrastanti logge e le prossime mense dei ricchi.

» Nessuna offesa dunque: capitava nelle migliori famiglie.

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