Caterina Balivo difende Marco Carta: "Non si deride chi è in difficoltà"

È bene quel che finisce bene. Marco Carta è stato da poco scagionato: non è stato lui a rubare le magliette, per un valore di 1200 euro, anche se resta indagato. La notizia del suo arresto per furto aggravato ha fatto il giro del web. Ma si sa, gli utenti social sono “perfidi”: anche questa volta non si sono fatti sfuggire l’occasione di commentare quanto accaduto. Davanti a tutta questa "cattiveria" gratuita, la conduttrice Caterina Balivo, però, ha sentito di dover prendere la parola.

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Guardo l’infinito del mare e penso che i più amano deridere chi si trova in difficoltà psichica o economica o familiare. In che mondo viviamo? Mai nessuno che tenda la mano o che stia zitto. Buon week end, evito di guardare i social perché oggi davvero non mi piacciono.

Un post condiviso da Caterina Balivo (@caterinabalivo) in data: 1 Giu 2019 alle ore 5:55 PDT

Per farlo anche Caterina Balivo ha sfruttato il suo profilo Instagram. “Guardo l’infinito del mare e penso che i più amano deridere chi si trova in difficoltà psichica o economica o familiare. In che mondo viviamo? Mai nessuno che tenda la mano o che stia zitto. Buon week end, evito di guardare i social, perché oggi davvero non mi piacciono”, ha scritto la conduttrice.

Molti utenti hanno accusato Caterina Balivo di non essere “imparziale” davanti alla situazione, solo perché coinvolge una persona che lei conosce bene. Effettivamente Marco Carta è stato più volte ospite della conduttrice, e proprio pochissimo tempo fa era stato anche a Vieni da me, il programma condotto da Caterina Balivo su Rai1. In quella occasione, il cantante aveva espresso il desiderio di diventare papà, per dare a questo fortunato bambino quell’amore che a lui era mancato. La storia aveva commosso parecchio la conduttrice.

“Difendere? Non ci penso proprio. Il mio discorso è diverso”, ha ribadito Caterina Balivo, che nei commenti al post ha voluto chiarire meglio il suo pensiero. Secondo lei il gesto va assolutamente condannato e chi commette un reato deve "pagare", ma senza essere giudicato da chi non ne ha le competenze. “Nessuno giustifica, ma deridere no, non lo si fa mai di nessuno – scrive Caterina Balivo -.