Cultura e Spettacoli

"Da Clapton a Gary Moore, adesso sul palco sarò un chitarrista che canta"

Il leader dei Tiromancino annuncia il nuovo tour: «Riscopro le mie origini da musicista»

"Da Clapton a Gary Moore, adesso sul palco sarò un chitarrista che canta"

Alla fine le passioni tornano. «In questi anni ho dedicato molto alla scrittura dei testi, alle strofe, ai ritornelli. Ma io fondamentalmente sono un chitarrista». L'altra faccia di Federico Zampaglione sarà il filo conduttore del nuovo tour dei Tiromancino con l'Ensemble Symphony Orchestra in partenza ufficiale dal teatro Verdi di Firenze il 21 gennaio (poi il Manzoni di Bologna, il Colosseo di Torino e anche l'Arcimboldi di Milano il 3 febbraio). «Dal vivo suonerò molto», spiega lui che stavolta va controtendenza, rimettendo la chitarra al centro della musica. Un fenomeno sempre più raro: «E io non riesco a capire perché», si chiede.

Intanto spieghi il perché di questa decisione.

«Sono arrivato a un punto della mia carriera nel quale credo di aver dimostrato molto come autore. E lentamente è emersa la voglia presentare un mio aspetto che il pubblico conosce poco: quello da chitarrista».

Anche nelle sue ultime apparizioni si è notata grande attenzione per i suoni della chitarra.

«Credo di aver trascorso metà della mia vita a suonare la chitarra».

Più che un cantautore, è un chitarrista che canta.

«Esatto! Più passa il tempo e più ascolto e riascolto la musica di Clapton, Pink Floyd, Gary Moore. E dei Dire Straits. L'altro giorno ho fatto una lunga jam session con Trevor Horn e gli altri Dire Straits. Ma anche Mark Knopfler da solista mi piace moltissimo».

Un altro Zampaglione.

«Non solo cantautore ma anche improvvisatore».

In che senso?

«Sul palco con l'orchestra si creeranno molti momenti musicali importanti e staccati dalle nostre canzoni. Una sorta di improvvisazione legata anche alla chitarra».

Una svolta.

«Più che altro una scelta di vita».

Controcorrente.

«Mica tanto. Anzi, sa che cosa le dico?».

Che cosa?

«Che un po' è anche colpa mia, ho seguito altre cose e mi sono quasi dimenticato di questa vocazione. Che è forte e attuale».

Ma se tutti dicono che la chitarra sia in via di estinzione.

«In realtà mi sembra tutt'altro. Anzi, ho costruito l'ultimo singolo dei Tiromancino proprio con la chitarra. Si intitola Sale amore e vento ed nel disco Fino a qui. Mi sono detto: voglio fare una canzone guitar oriented. Volevo vedere l'effetto che faceva».

Cosa si aspettava?

«Mi aspettavo reazioni negative, ed ero anche pronto a riceverle».

Invece gira molto in radio.

«E il pubblico ha reagito bene, molto meglio di quanto mi sarei aspettato».

E quindi?

«Quindi mi viene il dubbio che questa scomparsa della chitarra sia una sorta di fake news. Un po' come quando si dice che gira voce e tutti ci credono. A me sembra che il pubblico abbia ancora voglia di sentir suonare una chitarra».

Non a caso ha scelto di fare un tour nei teatri.

«Ho sempre il terrore che dal vivo durante i concerti dei Tiromancino non si sentissero bene i suoni o non si capissero le parole. Nei teatri è un problema che non si pone, tutto è molto più garantito e io sono molto più tranquillo».

Però, nonostante il ritorno alla chitarra, in passato Zampaglione si è fatto conoscere come autore di testi.

«Sì mi sono concentrato molto sulla scrittura».

E come valuta i testi che si ascoltano oggi?

«Anche nel rap ci sono artisti che scrivono cose ispirate. Ad esempio Fabri Fibra è uno che si è sempre tenuto fuori dagli strereotipi del rap a base di soldi, donne, macchine e successo».

Oggi ci sono giovani rapper che dopo un paio di dischi cantano di quanto siano «arrivati» e realizzati.

«Forse hanno ragione. Visto quanto durano le carriere oggi, forse dopo due dischi puoi dire di essere arrivato...». (ride - ndr).

Il fenomeno del momento è Salmo.

«Uno che scrive molto bene, è credibile».

E Anastasio ha vinto X Factor.

«Sono tutti e tre sulla stessa linea. Lui è uno che spacca, arriva, è originale».

Insomma c'è ancora vita nel pop. Nuovi testi e la rinascita della chitarra.

«Ho attraversato la fase di profonda attenzione ai testi. E forse questo tour è una sorta di risposta a quella fase».

Anche il prossimo disco?

«Senza dubbio avrà la chitarra al centro».

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