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Istinto puro, destino maledetto. Era la voce rock degli anni '90

La cantante dei Cranberries muore all'improvviso a 46 anni. La band era celebre grazie a "Zombie" e "Salvation"

Istinto puro, destino maledetto. Era la voce rock degli anni '90

E dire che nell'ultima foto, incappucciata e con un gatto in braccio, Dolores O'Riordan sembrava trascurata ma non persa. Invece ieri improvvisamente è morta a 46 anni, così, folgorando tutti, quasi fosse uno degli acuti disperati ma melodiosi che la sua voce aveva dimostrato possibili quando i suoi Cranberries erano semplicemente la «new big thing», la nuova grande realtà del rock mondiale. Quaranta milioni di copie vendute grazie a una scintilla, il gigantesco singolo Zombie del 1994, e a un suono che era riuscito a mediare la tradizione irlandese con le voglie di rock più doloroso e malinconico.
I Cranberries, proprio come lei, arrivavano da Limerick alla foce del fiume Shannon in Irlanda, posto insanguinato che la tradizione ricorda come «la città dei coltelli», dove tutti sono pazzi per il rugby e dal folk celtico sono passati direttamente al rock più ruvido e allevato con quel sentimento di rivalsa che spesso accende le città di frontiera. Insomma, proprio mentre il grunge stava appassendo e il rap più oltraggioso iniziava ad esplodere, a metà anni Novanta i Cranberries si sono ritrovati nella guest room del rock, in quella stanza magica che nel giro di pochi mesi li ha trasformati in fenomeno mondiale. Il loro primo disco Everybody else is doing, So why can't we? del 1993 era diventato «soltanto» un gioiello di culto. Invece No need to argue del '94 fu un fenomeno mondiale, in parte grazie a un singolo pressoché imbattibile (Zombie) ma soprattutto grazie a lei, Dolores, spaurita e sempre più magra ma capace di rovesciare i canoni vocali del rock. Mai prima di lei una cantante era riuscita a essere così palesemente «bivocale», cantando da soprano per poi raggiungere all'improvviso acuti che sapevano di disperazione, di cantine puzzolenti di birra e umidità, raccogliendo in una sola voce lo spirito del tempo. La ribellione e la mancanza di speranze. La rabbia e la rassegnazione.
I Cranberries sono volati alti anche con il disco To the faithful departed (altro mega singolo: Salvation), consegnando Dolores O'Riordan al gotha del rock.
E il suo duetto con Pavarotti a Modena nell'Ave Maria di Schubert è diventato la consacrazione di una storia sconsacrata, quella di una cantante ribelle che non voleva, né aveva bisogno, di tutta quella fama. I Cranberries stavano vendendo dischi a palate, lei si stava consumando in una anoressia che, in una famiglia cattolica e irlandesissima come la sua, era vista come un peccato quasi mortale. I Cranberries si sciolgono, senza però annunciarlo ufficialmente. Lei, già sposata con Don Burton il manager dei Duran Duran, preferisce fare la mamma dei suoi tre figli. Si trasferisce a casa di lui, vicino a Toronto. Poi ritrova la voglia di musica, ma senza più illusioni. Pubblica due dischi e, dopo aver duettato con Zucchero in Pure love del 2004 (dal disco Zu & Co.), incrocia anche il talento di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (cantano Senza fiato nel 2007) poi fa i conti con la realtà: «Ammettiamolo, i Cranberries non sono mai stati gli U2». Poi si erano ritrovati con l'album Roses, lei aveva fatto il giudice a The Voice irlandese con due dischi solisti alle spalle. Ma la magia era finita, e non certo perché era finito il talento. Semplicemente, questa ragazza era diventata un'altra, aveva fatto i conti con i propri fantasmi e aveva spento la lucina fama. Dolores era tornata la ragazza introversa cresciuta a Ballybricken vicino a Limerick, impegnata più che altro a trovare pace. Semplicemente era in un'altra dimensione. E ieri era a Londra, in un pomeriggio qualsiasi, e l'hanno trovata senza vita in albergo per di più senza aspettarselo, visto che pare fosse sola durante una pausa di registrazione. Qualcuno dice fosse un cancro, l'ultimo tour era stato bloccato per problemi alla schiena e il portavoce chiede il rispetto della privacy.

Ma lei, nella sua ultima foto postata il 4 gennaio (cappuccio della felpa calato sulla fronte e gatto in braccio) sembrava soltanto una rockstar che chiedeva pace senza volere nulla in cambio.

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