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Formula1, varate le nuove regole in vigore dal 2021

Finalmente dopo mesi di ritardi e indecisioni, sono state presentate ad Austin le regole definitive che entreranno in vigore dal Mondiale 2021

Formula1, varate le nuove regole in vigore dal 2021

Formula1, finalmente il ciclo prossimo venturo è stato definito in maniera chiara: dopo mesi di ritardi e voci di discordie interne, FIA , team e Liberty Media hanno trovato l’accordo all’unanimità. Anche la Ferrari quindi, che era tra i team meno propensi ad abbracciare i nuovi contenuti, avrebbe votato a favore.

A grandi linee, le fughe di notizie di cui abbiamo parlato quest’anno sono state confermate: la semplificazione del comparto aerodinamico, l’introduzione del budget cap e il weekend breve con l’eliminazione del giovedì.

Partendo dalle monoposto, il punto cardine era aumentare lo spettacolo garantendo un maggior numero di sorpassi: l’efficienza aerodinamica raggiunta è tale che senza il DRS, in molte piste, di fatto risulta impossibile per chi è dietro scavalcare l’avversario.

Secondo uno studio presentato durante la conferenza, il carico attualmente diminuisce in maniera superiore al 50% rimanendo in scia ad un’altra monoposto: con le modifiche del nuovo regolamento, si perderebbe soltanto un 5/10% circa. Tutto questo grazie alla semplificazione delle ali anteriori, all’eliminazione dei bargeboards e allo sviluppo del fondo.

Secondo Nikolas Tombazis, ex aerodinamico Ferrari attualmente nel direttivo FIA che ha spiegato il nuovo comparto tecnico, si è cercato di pulire la linea delle monoposto semplificandole, ma lasciando ampia possibilità di personalizzazione da parte dei vari team. Una delle critiche mosse in questi mesi infatti, era l’eccessiva somiglianza che le monoposto rischiavano di assumere tra loro. A livello meccanico ed estetico.

Nel 2021, dopo il test in Formula2 previsto per il 2020, faranno l’ingresso sulle vetture i cerchi da 18 pollici: freni di maggiori dimensioni quindi e di conseguenza sospensioni che verranno semplificate per l’occasione e messe al bando le versioni idrauliche.

Per strizzare l’occhio al tema ambientale, senza grossi stravolgimenti, sarà inserito nel carburante un 20% di contenuto rinnovabile, con l’intenzione di aumentarlo negli anni successivi. Nessun cambiamento invece alle power unit, nessuna omologazione di alcune componenti (eventualità temuta da molti team) ma obbligo di fornire lo stesso motore a team ufficiali e clienti.

A livello economico, confermato il budget cap: disperato tentativo di contenere i costi e livellare le prestazioni tra le scuderie, per il 2021 e i tre anni successivi dovrà essere pari a 175 milioni di dollari stagionali. Da non superare, extra esclusi: per evitare sotterfugi, le sanzioni saranno di tipo sportivo.

Un’opzione criticata da molte squadre, anche minori: nessuno voleva una eccessiva standardizzazione delle vetture per evitare di trasformare la Formula1 in Formula2 o Indycar, ma il budget cap non era sicuramente l’alternativa ideale per via del difficile controllo possibile.

La scure economica colpirà inoltre i weekend di gara: eliminata definitivamente la giornata del giovedì, con le attività dei media condensate al venerdì mattina e le due sessioni di prove libere relegate nel pomeriggio.

Questa mossa avrebbe permesso l’ulteriore estensione del calendario, con un totale di 25 gran premi stagionali massimi. Olanda e Vietnam i nuovi circuiti che entrerebbero nel calendario.

Tutte le modifiche comporterebbero, infine, una Formula1 più lenta di tre secondi e mezzo al giro rispetto all’attuale: si tornerebbe ai livelli del 2016, per avere un’idea. Secondo Ross Brawn, a guadagnarne sarebbe però lo spettacolo, permettendo un livellamento delle prestazioni e una maggiore possibilità di sorpasso.

Racing Point in questi giorni si era mostrata critica a tal proposito, ricordando come le ali introdotte quest’anno proprio per questo scopo, non abbiano in realtà funzionato.

Il rischio è di stravolgere le vetture, rendendole sicuramente più adatte a un pubblico giovane per una sola questione di marketing, facendo pagare alle scuderie il processo.

L’idea di Liberty Media, mai negata del resto, è sempre stata quella di ampliare il bacino di utenti rendendo meno elitario il Circus curato per tanti anni di Bernie Ecclestone.

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