Cronache

Stasi è nullatenente: non risarcirà la famiglia di Chiara Poggi

L'avvocato della famiglia Poggi ha dichiarato che riccorrerà in Tribunale per chiedere che Alberto Stasi paghi tutti i debiti

Stasi è nullatenente: non risarcirà la famiglia di Chiara Poggi

Ci sono voluti nove anni e cinque sentenze per scrivere la parola fine sul delitto di Garlasco. Il procedimento penale si era concluso con la condanna in Cassazione a 16 anni di reclusione per Alberto Stasi, colpevole per l'omicidio dell'ex fidanzata Chiara Poggi, uccisa in provincia di Pavia nel 2007. Ma ora la famiglia di Chiara rischia la beffa perchè Stasi ha rinunciato all'eredità del padre e risulta nullatenente: in questo modo non pagherà le spese processuali alla famiglia Poggi.

La sentenza della Corte di Appello, confermata dalla Cassazione, aveva stabilito che Stasi dovesse dare un milione e 100 mila euro ai genitori e al fratello di Chiara, oltre al rimborso delle spese processuali, pari a circa 200 mila euro.

Quando il padre di Alberto Stasi è morto nel 2013 però, il ragazzo ha accettato l'eredità con il "beneficio dell'inventario". Ha avuto quindi novanta giorni di tempo per capire se gli convenisse o meno confermare l'accettazione. Terminato il periodo, il ragazzo si è tirato indietro lasciando decadere i propri diritti.

Secondo l'avvocato della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni, l'eredità a cui ha rinunciato Stasi non era milionaria, ma valeva comunque qualche centinaia di migliaia di euro. Adesso l'avvocato della famiglia Poggi ricorrerà in Tribunale per chiedere che il colpevole paghi tutti i suoi debiti. Giuseppe Colli, l'avvocato che per anni ha seguito Alberto Stasi, si è limitato a confermare la decadenza dal diritto all'eredità spiegando che all'epoca ci furono dei problemi.

La famiglia di Chiara Poggi non ha commentato la vicenda ma si è detta fiduciosa nella linea stabilita dall'avvocato.

“L’ultima ratio – spiega il legale – sarà chiedere l'accesso al fondo che a fronte di una direttiva della Corte europea si è istituito anche in Italia, e che prevede possano accedervi i famigliari delle vittime di efferati omicidi commessi da nullatenenti”.

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