Controcorrente

Gli stregoni del web-populismo

No vax, anti-euro, filo-russi alla Giulietto Chiesa Ecco chi sono i guru del governo grillo-leghista in Rete. Lottiamo, dicono, contro il pensiero unico E spesso anche contro la logica

L'ultima star di Internet è un distinto signore di una sessantina d'anni con un look da manager e un modo di parlare garbato e convincente. Si chiama Guido Grossi, oggi gestisce un agriturismo dalle parti di Spoleto, ma per anni è stato dirigente della Bnl: alla fine di settembre ha partecipato a un convegno organizzato da un semisconosciuto movimento sovranista, in cui ha tenuto un intervento sui problemi della finanza pubblica. All'apparenza roba parecchio noiosa e con un pubblico potenziale di pochi iniziati. Solo all'apparenza, però, perchè il video è stato pubblicato su Youtube con un titolo aggressivo, «Il furto del debito pubblico spiegato bene», e in tre settimane ha totalizzato più di 500mila visualizzazioni, nonostante duri la bellezza di 28 minuti.

Ci si potrebbe compiacere di tanta attenzione per un tema così serio, se non ci fosse un problema: il discorso dell'ex manager non sta tecnicamente in piedi. Un economista che insegna negli Stati Uniti, Andrea Moro, si è preso la briga, sul sito Noisefromamerika, di analizzare punto per punto errori e inesattezze, ma molti sfondoni risultano chiari anche a chi ha al massimo un paio di esami di economia alle spalle. Eppure, gli oltre mille commenti al video pubblicati su Internet hanno toni entusiastici: «Bravo, bravissimo, molto chiaro e semplice», «Grazie per avermi fatto comprendere argomenti e situazioni che mi sembravano così lontani...» e via continuando.

Che cosa hanno capito e apprezzato i commentatori (e con loro presumibilmente moltissimi tra gli altri navigatori)? Sintetizzando, che l'Italia è un Paese ricchissimo, che mani ostili l'hanno gettata in mano alla speculazione internazionale, che basta recuperare un po' di sana autarchia finanziaria (non si capisce bene come) per farla tornare alle glorie passate. Tesi suggestive e accattivanti ma, purtroppo, costruite su poco o nulla, anche se oggi molte delle 500mila persone che hanno scaricato il video pensano il contrario e il logicamente traballante «furto del debito pubblico» rischia di entrare nell'agenda politica.

UNO VALE UNO

È questo il bello (e il brutto) di Internet. Ridimensionata la funzione ricoperta in passato da quelli che in inglese vengono chiamati «gatekeeper» (letteralmente: custodi del cancello, portieri), giornali e istituzioni che presidiavano gli snodi informativi di una società senza Rete, oggi il dibattito nasce e si alimenta dal basso. È una formidabile esplosione di libertà che ha però anche l'effetto di alzare il rumore di fondo del discorso pubblico fino a livelli insostenibili.

Su Internet hanno identica cittadinanza l'articolo di un Premio Nobel e le elucubrazioni di un improvvisato e illetterato agit-prop antivaccinista. Anche in questo caso, direbbero i grillini, uno vale uno. E lo sgangherato dilettantismo di gran parte dei governanti Cinquestelle, o l'irresponsabile leggerezza di alcuni sedicenti economisti vicini alla Lega, si nutre direttamente dei più bislacchi umori diffusi sulla Rete.

A mantenere aperti rapporti e comunicazione tra i diversi mondi oggi sono direttamente i protagonisti della politica. Le pagine Facebook di Matteo Salvini (3,2 milioni di amici), Luigi Di Maio (2,2) Beppe Grillo (2) o dello stesso Alessandro Di Battista (1,5) sono formidabili armi per la diffusione di atteggiamenti e stati d'animo, grazie, semplicemente, agli strumenti di condivisione dei social network. Ma lo spontaneismo internettiano trova un ordine anche attraverso siti gestiti da protagonisti-guru in grado di canalizzare traffico e attenzione dei navigatori.

Un esempio è proprio il discorso sul «furto del debito pubblico» citato all'inizio, che non avrebbe mai avuto il successo che ha avuto senza Claudio Messora, uno dei più interessanti tra gli «stregoni» della nuova politica. È stato lui a diffondere l'intervento pubblicandolo sul suo videoblog, Byoblu (due/tre milioni di visualizzazioni mensili) e sul suo canale Youtube (più di 200mila iscritti, con una crescita mensile di 10/15mila) e sugli altri social. Quanto agli errori concettuali del video, Messora si chiama fuori: «Non entro nel merito, quello che non voglio fare è proprio una selezione dei contenuti. Il mio obiettivo è un altro: dare spazio a temi e persone che sono al di fuori del pensiero unico, aprire un confronto».

Milanese, classe 1968, Messora è un grillino della prima ora. Nel 2013 guidava la comunicazione dei Cinque Stelle al Senato (Rocco Casalino era il suo vice) e poi si trasferì al Parlamento europeo (lo stesso Casalino lo sostituì). In anni recenti ha seguito una strada più defilata e la sua creatura, byoblu.com, è diventata una specie di enciclopedia del pensiero grillo-leghista. Tutte le correnti e le idee non «mainstream», come amano dire gli interessati, sono rappresentate: anti-euro, no-vax, russofili che stravedono per l'autoritarismo putiniano.

Il massimo esponente di quest'ultima tendenza è Giulietto Chiesa, storico corrispondente dell'Unità da Mosca. Oltre che comparire su Byoblu, Chiesa ha anche fondato un suo sito, Pandora Tv. Ma mentre l'attività di Messora sembra pronta a cogliere i benefici del mutato clima politico, con l'afflusso di nuovi finanziamenti (vedi anche l'intervista a fianco), Pandora è sull'orlo dell'asfissia economica. Almeno dal 2015 il socio unico Chiesa interviene a fine anno per ripianare le perdite con assegni da quasi 100mila euro l'anno. A fine 2017, quando il rosso era sceso a poco più di 24mila euro, Chiesa ha però detto basta, liquidato la srl titolare del sito, ceduto la mano a una Associazione e aperto una sottoscrizione che in qualche mese ha raccolto 78mila euro necessari per la prosecuzione dell'attività.

Nonostante i non esaltanti risultati Chiesa è più agguerrito che mai: «Siamo un'isola nel mare di menzogne e inganni dell'informazione. Salvo il Fatto Quotidiano tutti i mass media sono contro questo governo», dichiara sul sito. «Noi difendiamo la rivolta del popolo italiano espressa il 4 marzo». Tra i post più in evidenza negli ultimi giorni la notizia di una esercitazione Nato, con un appello per l'abolizione dell'Alleanza Atlantica, e la cronaca della «dichiarazione di guerra di Bruxelles all'Italia» a proposito della manovra di bilancio.

NUMERI E INGANNI

È proprio l'economia, tema in cui fraintendimenti e suggestioni sono in agguato, il terreno preferito dei guru dell'era giallo-verde. Uno dei più attivi è Alberto Micalizzi, che interviene su decine di siti diversi, tra cui i già citati Byoblu e Pandora. Dalla sua ha un curriculum di prim'ordine, con dottorato all'Imperial College di Londra, ruoli di vertice nella City e una docenza alla Bocconi. A partire dal 2013 è stato, però, coinvolto in una serie di truffe finanziarie e l'università milanese lo ha sospeso dall'incarico. Da allora Micalizzi, che oggi fa il commercialista in Svizzera, ha iniziato a criticare le politiche «neo-liberiste», a parlare della «grande menzogna» del rating, a denunciare le «manipolazioni di mercato» delle grandi banche.

In campo economico, però, l'indirizzo di riferimento, passato in poche settimane da un ruolo di «lotta» a uno di «governo», è Scenarieconomici.it, che ospita regolarmente gli interventi del Ministro degli Affari Europei Paolo Savona e del sottosegretario Luciano Barra-Caracciolo, presidente di sezione del Consiglio di Stato, famoso per aver pubblicato un post con una bandiera europea che nascondeva una croce uncinata. Il sito è stato fondato qualche anno fa da Giampaolo Atzori, manager di un grande gruppo italiano che si occupa di grandi progetti industriali in giro per il mondo. Proprio per i suoi impegni che lo portano lontano dall'Italia Atzori ha ceduto la guida a Antonio Maria Rinaldi, in passato manager e oggi docente alla Link Campus University, guidata dall'ex ministro Scotti. «Il sito continua ad essere quello che era nel passato, un'opera collettiva, frutto di un gruppo di persone che hanno altri mestieri e lavorano nel tempo libero», spiega Maurizio Gustinicchi, consulente aziendale di Città di Castello, uno degli animatori. «Io ho iniziato a collaborare ai tempi del governo Monti, sull'onda dell'indignazione per le sue politiche».

CACCIA AL COLPEVOLE

Trovare un filo conduttore di razionalità economica per molti articoli che appaiono sul sito è (almeno per chi scrive) difficile. Nei giorni scorsi, per esempio, la sospensione, causa inquinamento, della circolazione delle auto Euro4 nella zona di Milano veniva spiegata con un complesso disegno combinato tra Ue e Germania per punire l'Italia. Il presidente della Bce Draghi veniva invece accusato di aver fatto comunella con Monti nel tentativo di stroncare l'economia italiana del 2011. Rinaldi, ormai noto al grande pubblico per le numerose comparsate tv, spiega: «Non siamo un giornale, non c'è un direttore che dà la linea, ci possono essere sensibilità diverse, io per esempio Draghi lo difendo». A stupire Rinaldi è il successo di Scenarieconomici: «Facciamo anche 70mila visualizzazioni al giorno, potremmo trasformarlo in un business e invece abbiamo solo 1.

500 euro in cassa».

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