Cronaca locale

Tante tasse e poca spesa Ecco perché i cittadini vogliono il federalismo fiscale

Residenti lombardi spremuti per finanziare il Meridione, milionario quando si tratta di sprecare i fondi pubblici ma povero al momento di pagare le tasse. La nostra regione è quella con la maggiore autonomia fiscale rispetto allo Stato e con la spesa per abitante più bassa in Italia, ma è seconda per le imposte pro capite versate dai cittadini. Preceduta soltanto dalla Valle d’Aosta, le cui uscite sono però il quintuplo delle nostre. È quanto emerge da una ricerca di Unioncamere Veneto basata sui bilanci di previsione del 2009. In Lombardia l’autonomia tributaria (che indica quanto un territorio dipende dalle proprie tasse e quanto dai finanziamenti dello Stato) raggiunge il livello record del 61,3%, contro il 38,2% della media italiana e oltre il doppio del Meridione, fermo al 25,6%. Con cinque realtà che scendono addirittura sotto quota 20: la Sardegna, al 15%, la Sicilia (19,4%), ma anche l'Alto Adige (11,7%), il Trentino (12,4%) e la Valle d'Aosta (12,9%). Un indicatore che la dice lunga su quali Regioni siano state in grado di tagliare gli sprechi e quali no. La spesa per abitante in Lombardia nel 2009 ha infatti toccato i 1.938 euro, mille euro in meno del Lazio (a quota 2.920) e molto al di sotto di regioni ben più povere come la Sardegna (3.723 euro), la Sicilia (3.163), l’Abruzzo (2.872) e il Molise (2.739).
E se le regioni con le uscite più elevate sono di solito quelle a statuto speciale, con una media di 3.850 euro pro capite, l’intero Meridione raggiunge la considerevole cifra di 2.603 euro. Numeri che si invertono quando a mettere mano al portafogli devono essere i cittadini. Ciascun lombardo nel 2009 ha pagato infatti il triplo delle tasse regionali dei siciliani: ben 1.161 euro a testa (cioè 3.500 euro l'anno in una famiglia di tre persone) contro i soli 426 euro dei residenti isolani. E livelli decisamente contenuti si registrano in tutto il Sud Italia: 492 euro in Calabria, 520 in Sardegna, 540 in Basilicata, 562 in Campania, 565 in Puglia e 655 in Molise. Evidente la politica adottata da queste regioni: abbassare l’addizionale Irpef per ingraziarsi gli elettori, nella certezza che tanto poi lo Stato provvederà a ripianare i debiti. Utilizzando i soldi dei lombardi che, di conseguenza, sono costretti a pagare tasse più salate. E lo stesso discorso vale per i contributi di Comuni e Province. Secondo un’elaborazione del centro studi Sintesi relativa al 2007, sommando tutte le tasse locali in Lombardia si raggiunge quota 1.639 euro per abitante. Con la nostra regione al secondo posto dopo il Lazio (con 1.870 euro), ma molto al di sopra della media del Sud (915 euro) e oltre il doppio rispetto alla Sicilia (772).
Un'analisi che per il centro studi di Unioncamere Veneto rivela come «l’attuazione del federalismo fiscale dovrà necessariamente affrontare la questione del finanziamento delle Regioni ordinarie (attualmente la perequazione è sostenuta solo da cinque o sei realtà). E non è ancora tramontato il dibattito sui “privilegi” delle regioni autonome». Mentre per gli esperti il centro studi Sintesi di Venezia, «il sistema territoriale italiano è inevitabilmente destinato a beneficiare degli effetti positivi che deriveranno dall’applicazione del federalismo fiscale. Il futuro assetto non potrà prescindere da una migliore gestione delle risorse da parte di tutti gli enti periferici.

Un sistema davvero federale infatti pone alle proprie fondamenta una forte responsabilità da parte delle istituzioni decentrate, poiché i cittadini sono legati agli amministratori locali da una relazione “a doppio filo” che è ben più stretta rispetto a quella con lo Stato».

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