Cronaca locale

Teatro Successo sul palco

Tira ancora Aria precaria per Ale e Franz, il duo comico campione di comicità in tutte le nuances, che in queste sere ripropongono il loro applauditisimo campionario di gag fulminanti su cui ridere, sorridere e riflettere, al Teatro Nuovo (fino al 13 novembre, da martedì a venerdì ore 20.45, domenica 6 novembre alle ore 16, domenica 13 novembre ore 20.45, biglietti da 34 a 40 euro, per informazioni infoline 02.794026, oppure info@teatronuovo.it).
Sul palcoscenico i destini incrociati di Alessandro Besentini e Francesco Villa, alias Ale e Franz, si sfiorano, s'incontrano o si scontrano in modi talvolta inaspettati e nei luoghi più improbabili, sul ciglio di una strada, in un nido d'ospedale, sull'immancabile panchina di un parco che li ha fatti conoscere e amare nel programam televisivo Zelig, in un anonimo call center, in una sala d'attesa, in una bocciofila o sul cornicione di un palazzo.
«Attraverso meccanismi di surreale comicità, i due uomini assumono età ed identità differenti e si mostrano nei loro aspetti più ridicoli, nelle loro più assurde ostinazioni o semplici contraddizioni, ma anche nelle comuni, umane fragilità, in cui ogni spettatore può riconoscersi in luoghi sospesi a mezz'aria tra il serio e il faceto. Luoghi in cui l'aria che si respira a volte è dolce, altre volte salata, molto spesso precaria», spiega Leo Muscato, regista e scenografo dello spettacolo dei due attori milanesi che fanno (teatralmente) coppia fissa dal 1994 e che in queste settimane sono protagonisti anche in tivù dell'A&F - Ale e Franz show in onda la domenica sera su Italia 1.
Due uomini, a volte amici, talora nemici, spesso anche estranei nascosti dietro a tante differenti identità, raccontano dieci fasi di una vita, la nostra vita, che spesse volte, messa di fronte ad uno specchio deformante che ne rileva tutte le contraddizioni, scivola inconsciamente nel surreale e nell'assurdo scatenando un'involontaria comicità.
«Tutto questo all'interno di uno spazio bianco astratto che fa da scenografia», spiega Leo Muscato.

«È una sorta di camminamento in bilico tra il concreto e l'assurdo che di volta in volta la luce trasforma in un luogo differente, in un posto dove ogni spettatore si può lasciare andare con l'immaginazione e abbandonarsi finalmente ad una liberatoria risata».

Commenti