Politica

«Testo in ritardo È un imbroglio per Napolitano»

L’opposizione attacca: violato il termine previsto dalla legge

da Roma

«Imbroglioni». Non fa certo molti giri di parole Fabrizio Cicchitto nel commentare il ritardo, 24 ore, con cui il governo ha tramesso al Quirinale la Finanziaria, costringendo Giorgio Napolitano a firmarla fuori tempo massimo. «Con un gioco di bussolotti - dice il vicecoordinatore di Forza Italia - si è cercato di nascondere il fatto che la legge non è stata presentata entro i termini stabiliti, cioè il 30 settembre. Un episodio gravissimo che dimostra che questo è un esecutivo di imbroglioni anche sul piano formale».
Maurizio Gasparri muove dubbi pure «sulla regolarità» complessiva dell’operazione. «È noto - afferma - che la manovra deve essere presentata entro la fine del mese di settembre. Dalla nota del Colle si vede che invece il testo è stato consegnato per la firma della massima autorità della Repubblica il primo ottobre: si tratterebbe quindi di un’inadempienza molto grave. E non è un dettaglio o una formalità, ma un fatto sostanziale. Meraviglia che un centrosinistra sempre pronto a polemizzare sulle regole e sul rispetto delle istituzioni, abbia attuato una così palese violazione delle norme mortificando la dignità delle istituzioni».
«Per la sinistra le istituzioni sono un self-service, prendono solo quando hanno bisogno», aggiunge il deputato di Fi Osvaldo Napoli: «La Finanziaria di Prodi e Padoa-Schioppa non sta solo facendo perdere il sonno agli italiani, ma si segnale pure per gli strappi istituzionali. Il ritardo con cui è stata consegnata ha infatti costretto il capo dello Stato a un’affannosa corsa contro il tempo per apporre la sua firma. L’Unione invoca le regole soltanto quando sono gli altri a doverle rispettare, quelle stesse regole che diventano ininfluenti e poco vincolanti quando è il turno del centrosinistra». Lo sforamento, sostiene la Cdl, è dovuto alle spaccature nella coalizione di governo. Per questo Alfredo Mantovano, An, chiede che il presidente della Repubblica «verifichi a questo punto l’esistenza in vita della maggioranza». Visto, spiega, che «la Finanziaria non è una legge come le altre perchè determina le scelte di un anno intero», ascoltato «il coro così intenso di critiche e di proposte di modifica da parte degli stessi ministri che l’hanno approvata», ora Napolitano «dovrebbe accertare formalmente» se l’Unione regge ancora.
Dal Colle nessun commento. Il capo dello Stato, ricevendo i giornalisti vincitori del premio Ischia, non tocca l’argomento e affronta ancora il tema dell’informazione: «Il giornalismo non si fa tacendo le opinioni, ma esponendole secondo le proprie forti e radicate convinzioni, anche politiche», mantenendo al tempo stesso «autonomia e spirito critico».

Quanto all’idea del presidente della giuria Biagio Agnes di una tv europea, «potrebbe essere uno strumento per realizzare l’unificazione culturale».

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