Cronache

«Texas», da Venezia a Ovada per omaggiare Paravidino

Marzia Fossati

Di questi tempi è sempre colpa di Trenitalia. Se il nonno si trova una zecca in testa, se lo zio perde la coincidenza, se il regista e gli attori arrivano con un ritardo di quasi due ore alla conferenza stampa del loro film, è sempre colpa di Trenitalia. E proprio Fausto Paravidino, insieme a Iris Fusetti e Carlo Orlando, rispettivamente il regista e gli interpreti, insieme a Valeria Golino e Riccardo Scamarcio, del film «Texas», appena uscito nelle sale, risultano le ultime vittime accreditate del mal funzionamento delle ferrovie nostrane. Reduci da una travagliata trasferta in treno, trovano ad attenderli, alla conferenza stampa genovese di venerdì scorso, un pugno di giornalisti e addetti ai lavori, entusiasti all’idea di trovare, almeno per una notte Ovada come Hollywood.
Ma Fausto Paravidino, figlio di quella inesauribile fucina di talenti che è la Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova non si scompone davanti a nulla; gli occhi accesi dall’entusiasmo, il sorriso aperto e la battuta pronta, par la della sua prima prova cinematografica con un misto di ironia e di orgoglio.
«Texas, provincia italiana al confine con il messico» è un film complesso, di stampo generazionale, a tratti frammentario ma indubbiamente rivelatore di un grande talento, il talento coraggioso di un regista che propone la scena corale dell’epilogo all’inizio della storia, per poi rivelare, con una serie di flashback, le cause individuali all’origine del primo episodio collettivo. La provincia del titolo, quella in cui si intrecciano le storie dei protagonisti, un manipolo di ventenni scapestrati senza prospettive nè fiducia nel futuro, è quella di Ovada e del basso piemonte, dove effettivamente risiedono parecchi componenti della troupe, gli stessi che però si sono formati a Genova, artisticamente parlando.
Oltre al regista, hanno infatti studiato e collaborato a lungo col Teatro Stabile di Genova anche Ines Fusetti, Valerio Binasco e Carlo Orlando, in sostanza quattro tra i sei protagonisti della pellicola.


Senza contare poi la bravissima scenografa genovese Laura Benzi, oggi tra le più apprezzate in Italia, recentemente passata al cinema dopo un’infinita serie di lavori per i teatri di Genova.

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