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La trovata di Lusi: usare il partito per alzare le tirature di "Europa"

L?ex tesoriere faceva comprare copie del giornale a spese degli ex Dl. Intanto i revisori dei conti scoprono un altro ammanco di 618mila euro, spariti nel 2007

La trovata di Lusi: usare il partito per alzare le tirature di "Europa"

Roma - Come si fa ad aumentare la tira­tura di un giornale? Semplicissimo, ci si compra le copie da soli. Anzi, me­glio, le si fa comprare a un soggetto di­verso, tipo la Margherita, che possie­de il quotidiano Europa ma ha un bi­­lancio separato. E così,ecco l’altra tro­vata dell’inesauribile Luigi Lusi, ex te­soriere della Margherita ora reprobo del Pd (espulso dal partito, ma anco­ra senatore).

Il quotidiano Europa vende un po’ di copie, non tantissime (1.000-1.500 circa) e in base a ciò, es­sendo organo della Margherita, pren­de un bel finanziamento pubblico, 3.527.208 euro nell’ultimo anno. Ma un po’ di quelle copie non le vende a lettori qualsiasi, le vende proprio alla Margherita, di cui è organo politico (e proprio per questo ha i soldi pubbli­ci). Nei libri contabili del partito-fan­tasma di Rutelli e Lusi è spiegato me­glio.

La Margherita partecipa a due so­cietà editoriali, Edizioni Dlm Srl (amministrata dallo stesso Lusi), con capitale interamen­te detenuto dal partito, ed Edi­zioni Dlm Europa Srl, proprie­taria appunto del quotidiano Europa . Ebbene, nei docu­m­enti relativi al 2009 si eviden­zia un debito di euro 17.950,00 verso Edizioni Dlm Europa Srl per «fornitura di copie del quo­tidiano ». Detto altrimenti, il partito possiede il quotidiano Europa , che gode ogni anno di un contributo pubblico, ma lo stesso partito è a sua volta «cliente» della sua partecipa­ta, in qualità di acquirente di copie del giornale. Nel 2010 è successo lo stesso, Lusi ha comprato le copie del «suo» stesso giornale, per un importo di 12.900 euro.

Quindi ricapitolando: la Margherita, che come partito-zom­bie ha preso 60 milioni di euro di rim­borso elettorale da quando non c’è più, finanzia indirettamente un gior­nale che a sua volta è finanziato dallo Stato (3,5 milioni di euro l’anno) co­me organo di quello stesso partito. Un cane che si morde la coda... Ma queste sono bazzecole rispetto ai magheggi scoperti da Bankitalia e dopo, solo dopo, da Rutelli e tutti gli altri, compresi i revisori che però non avevano visto. La società di revisione incaricata dal partito ha già scoperto altri buchi, 618mila euro sottratti nel 2007, quando la Margherita esisteva ancora. Rutelli, che ha fatto una con­ferenza stampa per raccontare quel che può, ha consegnato i libri contabi­li ai procuratori del Tribunale di Ro­ma, cioè tutti gli estratti conto della Margherita, dai quali si potrà capire la destinazione vera di quei bonifici.

Il presidente della Margherita (che nel frattempo è diventato leader di un altro partito,l’Api)ha chiesto però che sia mantenuta la «privacy» sui movimenti bancari del partito, «una richiesta inquietante» commentano due senatori del Pd, Roberto Della Se­ta e Francesco Ferrante. Anche Rutel­li però si difende e attacca gli ex allea­ti: «Ci sono tanti partiti che hanno un sacco di soldi pur non essendo più in attività. Perché non chiedete ai Ds perché non si vendono le migliaia di immobili che hanno? Se tutta questa clandestinità che ora avvolge la Mar­g­herita l’applicaste anche ad altri par­titi, direste “caspita, chi lo avrebbe mai detto”. Io ho fatto il presidente della Margherita senza prendere un centesimo di retribuzione. Non ho nessun elemento per dire che qual­cun altro fosse coinvolto. Lusi aveva dei complici? Lo deve accertare la ma­gistratura ».

Che avrà modo di chiede­r­e spiegazioni sui documenti contabi­li della Margherita, dove si legge del «sostegno al Pd, iniziato nel 2008 e proseguito anche nel 2010, alle cam­pa­gne elettorali per le elezioni ammi­nistrative » degli ultimi anni. Soste­gno economico? A chi del Pd?

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