Cronaca locale

U2, il tribunale «taglia» 1.500 posti

(...) Che senso ha stare dietro se si possono vedere le ciglia dei quattro che sbattono? E per stare sotto il palco c’è bisogno di faticare, quarantotto ore davanti ai cancelli a far la fila, di notte e sotto il sole, prendere il tempo all’apertura dei cancelli e infilarsi nel primo varco come un tonno. Poi magari gli amici sono rimasti dietro, persi e ritrovati, qui fa caldo, afa da Milano che spurga il suo orgoglio. Ma Bono quando ha scritto dell’uomo tradito da un bacio, parlava di Gesù o si riferiva a lui?
I gendarmi sono arrivati tardi, non ce l’hanno fatta, quando i vigili del fuoco hanno fatto irruzione nell’ufficio dell’assessore allo Sport e giovani, i cancelli erano ormai aperti da due ore, troppo tardi per limitare di circa 1.500 posti la capienza del secondo anello del Meazza. I quattromila biglietti in più erano già venduti, forse le transenne saranno messe oggi e chi ha i biglietti per le prime due file sarà dirottato sul prato, quasi una benedizione nella speranza che sia così. I vigili del fuoco hanno sollevato obiezioni, all’assessore allo Sport è arrivata un’ingiunzione dal tribunale, ha spiegato che lui lo stadio lo ha dato solo in concessione, non ha deroghe sulla civiltà. «Rimango allibito perché c'è stato un anno di tempo e quindi il problema poteva essere risolto prima - sbotta anche l’assessore ai Grandi eventi, Giovanni Bozzetti -. Si tratta di un grave disservizio per gli spettatori, perché si è verificato quando erano già allo stadio in attesa dell'inizio del concerto». Intanto, ieri sera un centinaio di poliziotti alla ringhiera del secondo anello, non è così che circolano le idee. I ragazzi in divisa non hanno colpe, qualcuno se la sarà anche goduta, Bono ha suonato anche per loro. Nessuno lo ha tradito e lui ha tirato fuori la sua faccia buona e malinconica del bravo pastore, niente è andato storto, ognuno ha avuto il tempo per entrare nel mito e poterlo raccontare. Chissà quanti sarebbero arrivati fin qui se il palco fosse stato montato all’aperto, magari di fianco al depuratore di Nosedo come vorrebbe l’assessore Bozzetti: duecentomila? Mezzo milione in due sere?
L’argomento non può cadere così: manca un’idea diversa, specie quando l’evento non è un semplice concerto ma un raduno di idee e nessuno spazio le può contenere, neppure uno stadio anche se immenso e monumentale.
L’Atm ha potenziato 90, tram e metrò, ultimo passaggio a mezzanotte e 34 minuti, almeno in 30mila in Lotto per prendere l’ultima corsa, poi sono partite le sostitutive. Inquinamento acustico nei limiti, concerto chiuso in orario, birre a sei euro dentro lo stadio e bagarini fuori con le mazzette invendute di biglietti. Per avere la visuale migliore in molti si sono presi un giorno libero dal lavoro, come le 35enni Chiara e Cristina, arrivate da Venezia ieri mattina, ma alcuni tra i più giovani hanno addirittura dormito di fronte ai cancelli, e ieri pomeriggio hanno allestito un campeggio con materassini e ombrelloni.

Quando il raduno è finito, gli animi erano ripuliti come da piccoli quando si usciva di chiesa. Predica compresa, perché Bono non si è fatto mancare niente e ha messo insieme tutti, con le scritte sul megaschermo la sua voce, la sua musica. Stasera si replica e chi non c’era non sa cosa l’aspetta.

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