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Ecco lo studio che inchioda la centrale dei De Benedetti

La svolta nell'indagine dal report dei consulenti ingaggiati dai pm sui morti da inquinamento nell'impianto di Vado Ligure. Oggi il dossier su Panorama

Leggi il testo della sentenza del Tribunale di Milano n 8289/2017 che ha giudicato diffamatorio il presente articolo

Ecco le carte in mano alla procura della Repubblica di Savona, la consulenza dei tre periti che ha convinto il procuratore Francantonio Granero a rompere gli indugi. «Possiamo addebitare con certezza alle emissioni della centrale a carbone di Vado Ligure circa 450 vittime», ha detto l'altro giorno il magistrato abbandonando la tradizionale cautela degli inquirenti. «Senza la centrale quelle persone sarebbero ancora vive», ha aggiunto con un tono che non ammette repliche.
Granero ha ricevuto la consulenza lo scorso giugno. In base a questa perizia sono stati indagati per disastro ambientale tre dirigenti della Tirreno Power, società proprietaria dell'impianto dal 2002. La Tirreno Power è partecipata al 39 per cento da Sorgenia (gruppo De Benedetti) che fu azionista di maggioranza dal 2007 al 2011. Ed è soprattutto a questi anni che si riferiscono le analisi degli esperti, rivelate dal numero di Panorama oggi in edicola. Un secondo troncone di indagini, contro ignoti, ipotizza il reato di omicidio colposo. I consulenti della procura ligure (Paolo Crosignani, ex direttore dell'Unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto dei tumori di Milano; Paolo Franceschi, pneumologo dell'ospedale di Savona; Stefano Scarselli, esperto di inquinamento ambientale) hanno condotto due indagini parallele durate un anno e mezzo. Dapprima hanno redatto una mappa delle zone a rischio: in base a correnti, rilievi montuosi, venti, è stato studiato come ricadono al suolo le emissioni delle ciminiere di Vado Ligure. In questa «zona rossa» tra il 2000 e il 2007 sono morte 253 persone per patologie cardiache e 102 per malattie respiratorie più della media. Inoltre, tra il 2005 e il 2012 sono stati registrati, in più rispetto al normale, 1.675 ricoveri per patologie respiratorie e asma tra gli adulti e 447 tra i bambini.
La seconda mappa del rischio è stata definita in base alle analisi sui licheni collocati in 40 stazioni ambientali: organismi sensibili all'inquinamento atmosferico di cui assorbono le sostanze. Lo studio della presenza di cadmio, prodotto dalla combustione del carbone, ha permesso di stabilire che le esalazioni della centrale di Vado Ligure hanno una ricaduta più estesa rispetto alla semplice mappa geografica. Con questa seconda rilevazione sul campo, i bambini ricoverati per malattie respiratorie salgono da 353 a 457 e quelli affetti da asma da 94 a 129: complessivamente dal 2005 al 2012 i casi in eccesso rispetto al normale sono di 586 bambini e 2097 adulti. Cresce purtroppo anche il numero di morti: 330 per patologie cardiache e 92 per patologie respiratorie. A questa tragica contabilità potrebbe aggiungersi un aumento di decessi per tumori causati dai fumi della Tirreno Power; ma i consulenti della procura non hanno affrontato questo aspetto perché il legame tra tumori ed emissioni inquinanti non è stretto come per le patologie respiratorie e cardiache.
La Tirreno Power però contrattacca. L'azienda nell'esprimere «sconcerto» per le parole dei pm e annuncia la presentazione di una contro-memoria. La centrale di Vado Ligure fu ceduta nel 2002 dall'Enel a una cordata guidata dalla Cir di De Benedetti in base alla liberalizzazione del settore energetico voluto dal ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani. I giornali dell'epoca esaltarono la lungimiranza dell'Ingegnere, pioniere degli investimenti nell'energia privatizzata.

Tra il 2004 e il 2011 la Tirreno Power macinò utili; il bilancio 2012, presentato nel giugno 2013, registra invece una perdita di 159 milioni.

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