Norvegia, Irlanda e Spagna riconoscono la Palestina. Altolà Usa: "No atti unilaterali"

I governi dei tre Paesi hanno annunciato che la loro decisione sarà formalizzata martedì 28 maggio. Ira di Israele: "Pedine nelle mani dell'Iran, ci saranno conseguenze". Gli Usa frenano: "Servono negoziati diretti tra le parti"

Norvegia, Irlanda e Spagna riconoscono la Palestina. Altolà Usa: "No atti unilaterali"
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Irlanda, Norvegia e Spagna riconosceranno la Palestina. I capi dei governi dei tre Paesi hanno annunciato la loro decisione mercoledì 22 maggio, spiegando che verrà formalizzata martedì 28. La Slovenia ha comuniucato di essersi allineata a questa posizione e il premier Robert Golob ha affermato che presto riconoscerà lo Stato palestinese, mentre il Belgio ha deciso di prendere tempo e concentrare i propri sforzi diplomatici sulla fine del conflitto a Gaza. Entrambi i Paesi, al termine dell'ultimo vertice europeo, si erano uniti a Madrid nella coalizione per la Palestina.

Non può esserci pace senza riconoscimento”, ha commentato il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre. “È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, e di dire ai milioni di palestinesi che soffrono che siamo con loro, che c'è speranza e che per quanti muri si alzino, per quanti popoli si bombardino e insediamenti illegali si costruiscano, la terra e l'identità della Palestina continueranno a esistere”, ha invece dichiarato il premier spagnolo Pedro Sanchez, che ha anche sottolineato come il premier israeliano Benjamin Netanyahu stia “generando tanto dolore e distruzione e rancore che mette in pericolo la realizzabilità della soluzione dei due Stati”. Il capo del governo di Madrid, inoltre, ha spiegato che la decisione non è contro il popolo ebraico: “E' possibile che alcuni leader israeliani non la vedano così e che la nostra decisione abbia conseguenze, ne siamo coscienti ma siamo pronti ad assumerle”.

Da parte sua, il primo ministro irlandese Simon Harris ha fatto un’analogia con la storia del suo Paese: “Gennaio 1919: L'Irlanda lanciò un messaggio alle nazioni libere del mondo, chiedendo il riconoscimento del suo diritto all'autodeterminazione; oggi usiamo lo stesso linguaggio per riconoscere la Palestina come Stato. Questo è un giorno storico e importante”. Il Taoiseach ha anche ricordato il voto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove 143 nazioni hanno espresso il loro parere favorevole a una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo dell’organizzazione.

La reazione di Israele non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Israel Katz ha richiamato gli ambasciatori da Norvegia, Irlanda e Spagna per consultazioni urgenti, ha convocato i rappresentanti diplomatici dei rispettivi Paesi al ministero e ha affermato che la decisione dei tre Stati rischia di trasformarli in “una pedina nelle mani dell'Iran, alimentando estremismo e instabilità”. Il capo della diplomazia di Tel Aviv ha inoltre sottolineato che “l'Irlanda e la Norvegia intendono inviare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga” e che il riconoscimento della Palestina potrebbe ostacolare gli sforzi per liberare gli ostaggi israeliani e per un cessate il fuoco a Gaza "premiando gli jihadisti di Hamas e dell'Iran".

Invio all'Irlanda e alla Norvegia un messaggio chiaro: Israele non si tirerà indietro davanti a coloro che minano la sua sovranità e mettono in pericolo la sua sicurezza”, ha aggiunto Katz. “Israele non lascerà passare sotto silenzio, ci saranno altre gravi conseguenze. Se la Spagna realizzerà la sua intenzione di riconoscere uno Stato palestinese, un passo simile sarà fatto contro di essa”. Il riferimento del ministro è molto probabilmente alla Catalogna.

Le fazioni palestinesi hanno ricevuto positivamente la notizia. "Accogliamo con favore l'annuncio da parte di Norvegia, Irlanda e Spagna del riconoscimento dello Stato di Palestina e lo consideriamo un passo importante per confermare il nostro diritto alla nostra terra e la fondazione del nostro Stato indipendente con Gerusalemme come capitale", ha dichiarato Hamas, citata da Al Jazeera. "Chiediamo ai Paesi di riconoscere i nostri diritti nazionali e di sostenere la lotta del nostro popolo palestinese per la liberazione, l’indipendenza e la fine dell’occupazione". I medesimi sentimenti sono traspariti dal comunicato della presidenza dell'Anp, in cui i tre Paesi sono stati elogiati per i loro sforzi nel sostegno ai diritti e all'autodeterminazione dei palestinesi.

Irlanda, Norvegia e Spagna sono rimaste sostanzialmente sole nella loro iniziativa. Gli altri Paesi dell’Unione e gli Stati Uniti hanno dichiarato che riconosceranno la Palestina solamente come parte di una soluzione a due Stati concordata con Israele. In più occasioni, il premier Benjamin Netanyahu si è detto contrario alla creazione di quello che ha definito uno “Stato terroristico”. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa ha dichiarato alla Cnn che, sebben il presidente Joe Biden "sia un forte sostenitore della soluzione dei due Stati e lo sia stato per tutta la sua carriera, uno Stato palestinese dovrebbe essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le parti, non attraverso un riconoscimento unilaterale".

Alcuni tra i 27 già riconoscono l’esistenza di un Paese con capitale Ramallah.

La Svezia lo ha fatto dopo l’adesione all’Ue, mentre altri, tra cui Bulgaria, Cipro, Malta, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria, hanno preso questa decisione prima di entrare nel blocco comunitario. L’Unione europea e alcuni tra i principali Stati del vecchio continente hanno anche degli “uffici di rappresentanza” in Cisgiordania e sostengono finanziariamente l’Autorità nazionale palestinese.

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