Pogacar, un Giro alla Merckx e Pantani

Il monologo di Tadej ha conquistato i tifosi per la sua voglia di vincere e attaccare

Pogacar, un Giro alla Merckx e Pantani
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Roma - Alla fine è andata come si pensava all'inizio: Pogacar avrebbe vinto passeggiando per manifesta superiorità, alla Eddy Merckx. Contro il numero uno del ciclismo mondiale si lottava solo per le posizioni di rincalzo. Unico vero problema: gli accidenti. Non quelli che gli avrebbero tirato gli avversari ogni qual volta attaccava, ma quello che il 25enne sloveno avrebbe potuto prendere. Un raffreddore, un'allergia, una bronchite o un meteorite sulla testa: solo questo avrebbe rallentato o fermato la scontata cavalcata di questo talento del ciclismo mondiale.

È stato un Giro previsto e prevedibile (voto 7), nel quale davvero c'è stato un solo uomo al comando. Gli sportivi italiani non se lo sono fatto sfuggire, l'hanno seguito e inseguito (la scena del bimbo che ricorre la maglia rosa che poi gli porge la borraccia è sublime: scena madre, voto 10). Era dai tempi di Marco Pantani che non si aveva un corridore capace di catalizzare in questo modo l'attenzione degli sportivi. Con lui si va sul sicuro: oggi attacca e lui attaccava. In questo ha ricordato davvero il Pirata, che gli bastava lanciare via la bandana, per far capire le proprie intenzioni. Taddeo non ha gesti di riferimento, perché lo sloveno è più imprevedibile, ma basta mettergli un numero sulla schiena, per vederlo all'opera, anche in volata.

È stato anche il Giro degli italiani, di una nuova Italia. Antonio Tiberi (voto 8) era al suo primo Giro e a 23 anni torna a casa con la maglia bianca di miglior giovane e un quinto posto finale che gli fornisce la consapevolezza di poter essere l'uomo del futuro. Forte a cronometro, più che performante in salita, Tiberi ha temperamento, tenuta e recupero: doti da uomo da Grandi Giri. Se non avesse perso oltre due minuti ad Oropa per una doppia foratura, Tiberi ieri sarebbe salito molto probabilmente sul podio. Avrà tempo per riprendersi ciò che questo Giro gli ha tolto.

Abbiamo anche l'erede di Petacchi e Cipollini, Jonathan Milan (voto 8), 23 anni friulano di Buja, tre vittorie di tappa e per il secondo anno consecutivo la maglia ciclamino della classifica a punti, che nemmeno Cipollini. E poi ci sono due bimbetti di 20 e 21 anni: Giulio Pellizzari (voto 8), il più giovane del Giro e Davide Piganzoli (voto 8), appena più vecchio. Uno si è fatto vedere attaccando e andando in fuga persino con Pogacar, l'altro ha provato a fare classifica e ha chiuso la sua fatica rosa in tredicesima posizione ad una mezz'oretta dal fenomeno sloveno.

Nota negativa? Il livello di partecipazione (voto 5) del Giro: tanti ragazzi di prospettiva e qualche grande vecchio da mausoleo. Pogacar non ha battuto quindi nessuno? No, questo no, ha fatto una sfida con sé stesso e si è superato.

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