Gli Agenti marittimi genovesi non ci stanno, contestano all'Antitrust l'accusa di cartello e ricorrono al Tar: motivo del contendere i cosiddetti «diritti fissi», costati oltre 4milioni a due Associazioni di categoria (Assagenti e Spediporto) e a 15 Agenzie marittime sul territorio. Secondo Assagenti, che rappresenta 130 imprese che operano su Genova, l'Autorità garante per la concorrenza ha mal capito e interpretato i tecnicismi che caratterizzano la documentazione del trasporto marittimo: per trasportare un container l'esportatore paga alla compagnia di navigazione un nolo, ovvero il prezzo del trasporto. Il diritto fisso è invece il costo versato dallo spedizioniere all'agente per la compilazione dei documenti, ovvero il buono di consegna nella fase import e la polizza di carico nella fase export.
«È una voce accessoria - spiega Giovanni Cerruti, presidente Assagenti - che rappresenta meno dell'1% del costo totale del trasporto porta a porta e, secondo un'indagine di Spediporto, circa lo 0,001% sul prodotto finale al consumo. Pertanto non è in grado di costituire di per sé un elemento anticoncorrenziale».
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