La Liguria si scopre produttrice di miele. Miele di qualità, che merita riconoscimenti ufficiali, come il dop per il vino, l’igp per prodotti tipici come le acciughe salate o il basilico di Prà. Miele che merita soprattutto tutela, visto che viene minacciato dall’uso di pesticidi in aree vicine a quelle dove viene praticata l’apicoltura. E persino dal passaggio della ferrovia.
L’evento. A queste esigenze la Liguria sta cercando di porre rimedio, o almeno di offrire qualche soluzione. A Camogli, ad esempio, al Cenobio dei Dogi è stato celebrato un concorso tutto dedicato al miele prodotto nei parchi liguri. Sei mieli millefiori, due di robinia e cinque di melata (il miele prodotto dalla linfa delle piante anzichè dal nettare dei fiori) sono risultati i “campioni” del e hanno ricevuto il riconoscimento delle tre “api d'oro”, il massimo della . L’evento è stato promosso dall'assessorato all'agricoltura della Provincia di Genova d'intesa con le altre Province, gli otto parchi liguri e la Regione per valorizzare e promuovere il preziosissimo prodotto naturale delle api, fondamentali per l'equilibrio di ogni ecosistema e oggi a forte rischio per le morie che hanno colpito gli alveari.
La peste europea. “Oltre centocinquanta campioni di miele presentati da ottanta produttori e produttrici confermano il successo di questo concorso alla sesta edizione - dice la vicepresidente della Provincia di Genova Marina Dondero - con una partecipazione molto positiva del mondo dell'apicoltura nonostante le difficoltà, a partire dalle morie negli alveari dovute a mutamenti climatici, virulenza di malattie come la peste europea e infestazioni come la varroa e alle conseguenze dell'uso indiscriminato di sostanze chimiche in agricoltura che mettono a rischio la produzione del miele, ma anche gli ecosistemi e la biodiversità perchè le api contribuiscono per l'80% all'impollinazione delle coltivazioni, dalla frutta alla verdura ai pascoli e alle foraggere”. All’evento, che ha presentato anche l'iter per attribuire il suo marchio nella valorizzazione dei mieli del comprensorio, hanno partecipato diversi esperti e professionisti del settore, dal presidente della giuria, l'assaggiatore Carlo Gaggero, al responsabile dell'associazione Aspromiele Piemonte Roberto Barbero, all'apicoltrice Marina Consiglieri che ha sperimentato in Val Fontanabuona la produzione artificiale di piccoli sciami contro le morie di api, separando ogni “famiglia” in un nucleo con la regina e le api bottinatrici e in un altro con la nuova covata.
Incubo acari. Roberto Barbero ha segnalato anche quelli che sono i tre elementi più critici per l'apicoltura: “La varroa, infestazione da acari, la notevole recrudescenza della peste europea che si diffonde rapidamente e segue spesso gli avvelenamenti dei pollini e dei campi con sostanze chimiche e le carenze nutrizionali per la sparizione di prati e foraggere sostituite da monocolture, e l'uso scriteriato e incompetente dei pesticidi in Italia che utilizza il 33% del totale di queste sostanze nell'Unione Europea”. Sostanze usate in particolare per conciare i semi di mais e girasole, e altre sostanze, usate per esempio contro le malattie della vite, che stanno allontanando le api dal loro habitat naturale.
Pericolo treno.
“In Liguria non abbiamo queste coltivazioni intensive, ma i pesticidi vengono ugualmente utilizzati - ha detto Carlo Gaggero - anche dalle Ferrovie, per definizione non inquinanti, che invece per ripulire le scarpate ai lati dei binari usano i diserbanti chimici e non le macchine falciatrici e decespugliatrici e questo provoca morie di api e distruzioni di alberi di robinia, fondamentali per il miele d'acacia”. Un allarme che è stato lanciato e che potrebbe servire per salvare un tesoro naturale che la Liguria forse non sapeva neppure bene di possedere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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