Arenzano Scaricabarile sulle bidelle

Il Comune di Arenzano piange per il possibile licenziamento di una delle cinque bidelle della scuola materna, ma non dice che 16 anni fa lo stesso Comune le aveva già licenziate tutte e cinque in un colpo solo. Sono Sonia, Marina, Fiorella, Gabriella e Cristina. Una di loro rischiava di perdere il posto a partire dall’anno scolastico appena iniziato se non fosse scattata la solidarietà che ha convinto le colleghe a ridursi l’orario di lavoro, e lo stipendio. «Niente pietà per le bidelle precarie, orari ridotti, settecento euro al mese», titolava venerdì scorso la Repubblica proseguendo con una dura requisitoria contro «i tagli» del Ministro Mariastella Gelmini. L’articolo riportava il fatto che le bidelle lavorano da oltre vent’anni nella scuola ma tramite una cooperativa - la cooperativa «Solidarietà e lavoro» di Arenzano - che alla faccia della solidarietà ogni anno le assume a settembre e le licenzia a giugno. Quello che non dice Repubblica è che prima di entrare nella cooperativa, le donne lavoravano già per il Comune ai tempi in cui i bidelli venivano reclutati dall’amministrazione locale. Ma «siccome erano precarie - spiega Aldo Ragni della Uil - invece di assumerle in pianta stabile nel 1994 le hanno costrette a iscriversi alla cooperativa». Mentre, aggiunge Paolo Quatrida della Cgil Scuola, «se fossero rimaste in Comune, nel 2000 sarebbero passate allo Stato» e - si inserisce il collega Franco Pezzolo - «siccome molte sono anche diplomate avrebbero potuto fare concorsi interni e carriera». Insomma, sogni infranti che evidentemente non interessavano né a Repubblica né al Comune. Che giovedì sera ha aperto il consiglio comunale proprio con una mozione di sentimento del sindaco Luigi Gambino in favore delle cinque ragazze che con la loro presenza hanno ravvivato l’austero castello di Arenzano. Molti gli interventi, i buoni propositi e le dichiarazioni di solidarietà tanto verso le bidelle, quanto nei confronti dei 166 bambini della scuola materna dell’Istituto Comprensivo di Arenzano che d’ora in poi dovranno contendersi le cure delle operatrici a tempo parziale.

Alla fine i consiglieri votano all’unanimità un ordine del giorno destinato a Provincia, Regione, Direzione scolastica Regionale e Ministero della Pubblica Istruzione affinché «si possa addivenire ad una soluzione concordata».

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