Arezzo Quando i carabinieri di Arezzo hanno ricevuto la denuncia del padre di un ragazzo di 14 anni, che raccontava di «attenzioni» particolari subite dal figlio, sapevano di dover procedere con la massima attenzione. E non soltanto perché l'indagato è un volto noto della tv, conduttore di un'emittente locale. Dopo qualche giorno di verifiche e intercettazioni hanno fatto scattare la trappola. Ed è così che martedì sera, proprio negli studi televisivi di «Arezzo Tv», è finito in manette Nedo Settimelli, 68 anni.
Il conduttore televisivo è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale e pedofilia, perché sorpreso dai carabinieri in compagnia di un 14enne.
La segnalazione all'Arma era arrivata dai genitori del ragazzino una settimana prima. Ad insospettirli, in particolare, c'erano alcuni movimenti serali del figlio. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Elisabetta Iannelli hanno portato a cogliere sul fatto il giornalista in atteggiamenti ritenuti «inequivocabili» ai fini dell'inchiesta e dell'ipotesi d'accusa, proprio all'interno dell'emittente televisiva dove Settimelli lavora.
L’uomo si trova adesso nel carcere fiorentino di Sollicciano, in attesa di essere sentito dal gip.
Pioniere dell'emittenza privata ad Arezzo e fondatore delle principali emittenti radiofoniche e televisive locali, era attualmente impegnato con «Arezzo tv», fatta risorgere di recente: sullo schermo da quasi quarant'anni, Nedo Settimelli è noto anche per aver condotto lunghe maratone di solidarietà in tv. «Sono caduto in una trappola, - ha replicato attraverso il suo avvocato, Raffaello Giorgetti -, volevo solo organizzare una festa insieme a un gruppo di giovani». Secondo il legale Settimelli avrebbe dunque respinto categoricamente l'accusa di pedofilia mossagli dal pm Iannelli.
Eppure la versione dei carabinieri concede poco spazio alle interpretazioni: i militari hanno specificato che la denuncia è partita dal padre del 14enne, preoccupato per lo strano modo con cui il conduttore televisivo aveva contattato il figlio, tramite Facebook, dicendogli che era interessato al suo gruppo musicale e che lo avrebbe fatto esibire in future manifestazioni.
«Dopo un primo incontro volto ad approfondire la conoscenza - spiegano dalla compagnia di Arezzo - ne seguivano altri sempre presso la sede televisiva e in orario serale, nel corso dei quali l'uomo manifestava sempre più particolari attenzioni nei confronti del minore».
Da qui la ricerca di prove, «essendo chiaramente emerso che l'approccio era finalizzato a ottenere un rapporto sessuale con abuso delle condizioni di inferiorità psichica vista la giovane età del ragazzo». E martedì è stata fatta scattare la trappola: i militari hanno assistito agli approcci sessuali sul ragazzino «interrompendo immediatamente l'azione per impedire che il reato venisse portato a ulteriori conseguenze».
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