Un elemento «primitivo» - il batterio - per cancellare dai monumenti i segni dello smog, il problema più attuale in città. Lidea è venuta ai ricercatori della facoltà di Agraria della Statale. Sono seguiti studi, prove di laboratorio, sulla facciata del Duomo e la Pietà Rondanini. «E ora possiamo dirlo: la tecnica funziona e tra pochi giorni la brevetteremo - annuncia Claudia Sorlini, preside della facoltà ed esperta di biorecupero di opere darte -. Da dieci anni facciamo ricerche sui batteri, nel 2003 li abbiamo usati per rimediare ai danni subiti dagli affreschi di Spinello Aretino a Pisa». Si è arrivati così ai batteri mangia-inquinamento, «che faranno risparmiare tempo e soldi».
Il batterio è un organismo intelligente, «svolge il suo compito, che in questo caso è mangiare la crosta nera di solfati formata da piogge acide e smog, senza intaccare la pietra». Questo lo rende meno pericoloso delle tradizionali tecniche di restauro. Ed è più rapido: il batterio agisce in 24-36 ore. Si mescola a un gel che viene spalmato con una spatola ed è poi ricoperto da garze e pellicole che mantengono lumidità e bloccano lossigeno. Il giorno seguente, viene rimosso con un bastoncino e dellacqua.
E il costo? «Il risparmio è sicuro - risponde la Sorlini -.
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