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«Attacchi continui per chiuderci la bocca»

Professor Giancarlo Ricci, psicoterapeuta che da anni si occupa di problematiche dell’identità di genere ma viene accusato di «omofobia» dalla comunità gay. Si sente vittima di censura?
«C’è un problema per cui chi ha un pensiero differente dagli attivisti gay viene additato come omofobo».
I gay sostengono che le vostre posizioni sono inaccettabili, naziste.
«Siamo di fronte a un’intolleranza e a una visione ideologica totalitaria. Tutto il dibattito ruota attorno al fatto che i gay sostengono che l’omosessualità non è una malattia».
E non lo è
«Noi sosteniamo che per l’omosessualità egodistonica, quel tipo di omosessualità che il soggetto vorrebbe superare, ci può essere un intervento terapeutico. E troviamo continue difficoltà a difendere la libertà di scelta e di cura».
Ma la cura riguarda gli ammalati.
«Laddove si parla di terapia non necessariamente c’è malattia, se no tutti saremmo malati perché il disagio, l’ansia, l’angoscia e la preoccupazione sono di gran parte della popolazione».
Quindi voi non siete omofobi?
«Si tratta di difendere un principio. Io sono assolutamente a favore della libertà di scelta rispetto alla propria sessualità.

Ma se arriva una persona che chiede di poter elaborare e capire di più rispetto alla propria tendenza, non penso che questo possa essere sanzionabile al punto da essere paragonati ai nazisti».

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