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"La Russa? Ne furono stesi troppo pochi". L'affondo violento dell'ex sindacalista

Su Facebook l'inqualificabile frase dell'ex segretario Cgil bolognese contro La Russa. Altrettanto gravi i commenti che ne sono seguiti. E a 24 ore dalla pubblicazione, il post è ancora lì

"La Russa? Ne furono stesi troppo pochi". L'affondo violento dell'ex sindacalista

"La Russa è la dimostrazione evidente che nel 45 ne furono stesi troppo pochi". Partiamo subito da qui, da queste vergognose parole comparse nelle scorse ore sui social e seguite ad alcune affermazioni del presidente del Senato sull'attentato di via Rasella. Il deprecabile sfogo da tastiera rintracciabile sul web è di quelli che richiedono biasimo, se non altro per l'aggresssività dei toni. E stavolta il commento in questione è destinato a indignare doppiamente: a scriverlo infatti non è stato uno degli odiatori che si nascondono dietro uno schermo, ma un ex esponente di primo piano della Cgil.

Proprio così: la scritta contro La Russa è apparsa infatti sul profilo Facebook di Danilo Gruppi, ex segretario della Cgil bolognese. Probabilmente il sindacalista in pensione si è lasciato andare a quell'affermazione dopo le polemiche per alcune considerazioni che il presidente del Senato aveva espresso sull'azione gappista di via Rasella, attirandosi un linciaggio da sinistra. Per carità: dissentire è legittimo, ma ci sembra che l'ex numero uno del sindacato rosso sia andato decisamente oltre, rispolverando una certa retorica aggressiva che speravamo fosse ormai consegnata al passato.

Il fatto altrettanto sbalorditivo è che nei commenti al discutibile post non ci sono stati rimproveri a Gruppi - come ci saremmo aspettati - ma messaggi di approvazione. "Sacrosante parole", ha scritto un utente. Mentre un'altra frequentatrice del profilo Facebook se l'è presa con Togliatti, "che li graziò in massa" (supponiamo che il soggetto fossero i militanti di destra e i fascisti). A margine del post si leggono altri commenti a dir poco inqualificabili e oltraggiosi nei confronti della seconda carica dello Stato. E un altro commentatore ha aggiunto: "Come dissero alcune donne partigiane conosciute negli anni 70. Non dovevamo mettere via le armi dovevamo fare piazza pulita subito".

Ci domandiamo se sia questo l'antifascismo maturo e non violento che piace alla sinistra, nutrendo qualche legittima perplessità sul livello di educazione civica di chi ha scritto quei commenti. Sono questi i sinceri democratici che accusano chi non la pensa come loro di avvelenare il clima e di seminare odio? "Scrivendo mi rendevo conto di aver postato una frase forte, ma io sono nato e cresciuto a Marzabotto e basta il nome del luogo dove sono nato e cresciuto per suscitare in me una posizione molto, molto radicale tanto più quando proviene da una carica istituzionale così alta", ha affermato Gruppi, interpellato dall'Adnkronos. Fa riflettere e lascia una certa amarezza il fatto che quel commento sia ancora visibile a tutti, a quasi 24 ore dalla sua pubblicazione. Come se nulla fosse.

Sembra infatti che il sindacalista non abbia avuto alcun ripensamento. Anzi, "bisogna reagire con forza alla brutta aria che tira nel paese", ha dichiarato. Ma a creare un brutto clima sono in realtà certi messaggi che riaccendono antiche ostilità del passato. Eppure l'ex segretario della Cgil è convinto che il problema sia un altro. "Penso che vi sia una gravissima sottovalutazione di quello che sta succedendo nel paese e penso che bisogna rispondere pane al pane, vino al vino, senza timore", ha insistito. E ancora: "sembra che dobbiamo scusarci per il nostro passato - ribatte - mentre ci sono persone che hanno sacrificato la loro vita per la democrazia e questi squallidi personaggi fanno strame della Costituzione sulla quale hanno giurato". Deluso (e disilluso) chi si aspettava delle scuse alla seconda carica dello Stato.

Quello di Gruppi, ha fatto sapere il senatore di Fratelli d'Italia Marco Lisei è stato un "post delirante". Per Lisei quelle parole sono la dimostrazione migliore di come "la violenza di quei giorni sanguinosi appartenga ancora alla sinistra. Una sinistra che si racconta pacifista ma è con ogni evidenza violenta ed antidemocratica, incapace di dialogo e confronto ma alla costante ricerca dello scontro", ha spiegato il senatore. "Danilo Gruppi", ha poi aggiunto, "è la dimostrazione che aveva ragione Oscar Wilde affermando: 'A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbiò.

Solidarietà al Presidente La Russa che in queste ore è per l'ennesima volta bersaglio dell'odio antidemocratico di sinistra".

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